Rassegna stampa

Lontana dai tecnicismi del formatore dell'ultima ora, attento soprattutto a fornire un metodo come fosse l'unico valido ed esistente, Silvana Borile é invece una "maestra" nel senso più spirituale del termine, attenta ad usare con chi ha davanti ciò che più gli serve per continuare a crescere da ogni punto di vista...

Non ci eravamo mai viste, pur sapendo perfettamente l'una chi fosse l'altra, fino a quando, pochi giorni fa, Silvana Borile, é arrivata nel mio B&B materializzandosi d'un tratto, come fosse Mary Poppins. Un'occasione perfetta per un’intervista ma soprattutto la gioia di poterla guardare finalmente negli occhi.

Docente in Scuole di Counseling, organizza Incontri di formazione, di Counseling e Riequilibrio Energetico, e conduce gruppi su molteplici tematiche. Insomma, anche lei fa parte della vecchia scuola che di vecchio ha soltanto i decenni di esperienza: lontana dai tecnicismi del formatore dell'ultima ora, attento soprattutto a fornire un metodo come fosse l'unico valido ed esistente, Silvana Borile é invece una "maestra" nel senso più spirituale del termine, attenta ad usare con chi ha davanti ciò che più gli serve per continuare a crescere da ogni punto di vista e a diventare sempre più consapevole e cosciente.

Relatrice in Convegni e Conferenze, in Italia e fuori Italia, presente in numerose trasmissioni televisive e radiofoniche é giornalista, ha pubblicato "Interpretare e dirigere i Sogni" ed é di prossima pubblicazione il "Sono nata poliedrica e non lo sapevo" con l'Editore Albatros.

In lei una esplosione di Energie del Femminile ben coniugata con quelle componenti energetiche di un Maschile che la rende capace di organizzare, strutturare, selezionare, discriminare. Un bel mix portato con equilibrio, entusiasmo e saggezza.

Ti definisci "un giardiniere che toglie le erbacce, foglie e fiori secchi". Cosa sono le "erbacce" di chi vuole fare un cambiamento nella sua vita?

Sono ciò che non va nella propria vita, ciò che crea disagio e malessere e che fa avere una visione parziale della realtà.

Sempre parlando del tuo lavoro parli di "innesti": come avviene un innesto nella vita psichica di una persona, di cosa si tratta?

Rendendola consapevole della conoscenza limitata di sé. Si dice che l'essere umano usi solo una piccola percentuale delle sue capacità cerebrali. Va sottolineato che anche del proprio essere si conosce e si utilizza una percentuale molto bassa, con la conseguenza di una ridotta percezione della realtà e di scelte, e questo crea disagio di vivere. E' un po' come essere un grande palazzo con tanti piani e tante stanze, ma conoscere e usare solo due locali. Siamo infatti come un grande mosaico di cui conosciamo solo pochi aspetti. L'incontro con le varie parti di noi ancora sconosciute, ma presenti, porta a un notevole cambiamento di vita. Il percorso del Voice Dialogue ci fa conoscere tutte queste parti, il loro funzionamento, come ci influenzano, arrivando a sviluppare un centro, un Io consapevole che è in grado di gestirle e renderle disponibili nei modi e nei tempi adeguati ai nostri bisogni. Personalmente ho un solo grande rimpianto, quello di non aver incontrato questo metodo in età giovanile, mi sarei risparmiata un bel po' di fatica e una bella dose di sofferenza.

E arriviamo al Voice Dialogue: di cosa si tratta?

E' un innovativo e completo metodo di crescita personale e consapevolezza, tra i più avanzati ed efficaci per risolvere varie tematiche. E' creato negli USA negli anni '70 da Hal e Sidra Stone, una coppia di psicoterapeuti che attraverso la loro esperienza umana e clinica ne hanno fatto uno strumento originale e flessibile di autoconoscenza e comprensione dei nostri rapporti. Una mappa per l’auto-conoscenza e per una conseguente trasformazione, un percorso che va dritto al cuore dei problemi e fa scoprire i sé interiori, dando voce ai diversi aspetti della personalità. Quando usiamo la parola "io" ci riferiamo in realtà ai "sé Primari" ossia quelle parti di noi che si sono evidenziate già dalla prima infanzia con l'intento di proteggerci, farci accettare e farci amare dagli altri. A questo scopo si sono nutriti delle regole familiari e sociali, cercando di farceli osservare. Nel loro intento protettivo, i Sé Primari hanno rimosso molte altre nostre parti, o semplicemente, occupando essi lo spazio mentale ed energetico, non consentono ad alcune nostre risorse, ad alcuni nostri talenti di emergere e darci i loro ricchi doni. Ansia, depressione, stanchezza possono originare dall’avere tanti aspetti repressi. Il Voice Dialogue li definisce "sé Rinnegati".

Fammi qualche esempio di Sé Primario...

Ad esempio Il Protettore, quella parte di noi che ha l'intento di proteggerci e farci seguire le regole della famiglia e della società in cui siamo nati, per evitare problemi. Un Sé che va in iperprotezione perché non ha realizzato che siamo cresciuti e ci vive ancora come fossimo bambini. E poi Il Critico che critica tutto, dal corpo, a come ci comportiamo, a quello che diciamo e ci paragona agli altri a nostro sfavore. Fa così per per farci essere perfetti, inattaccabili, in modo da essere accettati, amati e per raggiungere il successo. In realtà ci distrugge e mina fortemente l'autostima, ci fa sentire inadeguati, insicuri, fragili, blocca ogni iniziativa e provoca stati ansiosi e depressivi.

Come può essere ridimensionato?

Conoscendo e disidentificando i nostri sé interiori, riusciamo a rendere il Critico meno attivo, quindi meno nocivo. In ogni caso è una delle nostre parti più intelligenti e, come tutti i nostri sé, ama essere visto e accettato.

E poi?

Poi c'é l’Attivista, quella parte di noi concentrata sull'agire, favorita in ciò dalla cultura occidentale; prende molto spazio nella nostra vita, ci aiuta a realizzarci, rende concreti i nostri obiettivi e ci fa portare a termine i nostri impegni. Ha una sua lista di cose da fare: il suo programma è intenso e non gli piace che ci rilassiamo o che sprechiamo tempo. Di conseguenza è capace di rovinarci ogni momento di riposo e relax ricordandoci che ci sono molte cose da fare. La sua lista potrebbe essere interminabile. Alcune incombenze sono certamente indispensabili e urgenti, ma altre non così necessarie, ma per questo sé hanno il medesimo valore. Ha una grande vitalità e ci trasmette molta energia, solo che non ha il senso del tempo, perciò ci fa prendere più impegni di quelli che riusciamo a eseguire, non ha contatto con il corpo fisico e suoi bisogni e quindi ci fa abusare di noi stessi. Inoltre ci fa valutare le persone per quello che fanno e non per quello che sono. Gli Stone, nel loro libro "Tu & Io" sottolineano che questo aspetto di noi, unito al sé Critico, può creare ripercussioni sulla salute, sia fisica che mentale.

Ma da dove arriva questa sua intensa attività?

Negli incontri di Voice Dialogue, quando questo aspetto viene interpellato dal counselor sul motivo del suo "attivismo", tre sono le risposte: teme che altrimenti la persona vada in depressione, che senta la solitudine e pensa che solo se si mostra attiva viene considerata, stimata, apprezzata, amata. Spesso lavora in tandem con lui Il Perfezionista che ci impone delle condizioni che possono rendere la vita un peso intollerabile. Richiede di fare tutto alla perfezione creando così blocchi, ingorghi energetici e una sorta di sclerotizzazione mentale, inibendo ogni azione creativa. Poiché la "perfezione" non esiste, questo aspetto ci da dei goal irraggiungibili con conseguente frustrazione, senso di impotenza e sicure sgridate del nostro sé Critico.

Mi pare che ci sia anche il Gentile, non é vero?

Si, Il Gentile si struttura quando, ancora piccoli, scopriamo che abbiamo un buon ritorno se siamo carini, sorridenti e compiacenti. E' un sé molto funzionale nelle relazioni umane per la sua apertura, il suo calore e la sua empatia. Il suo limite è quello di avere un campo energetico sempre aperto, al punto di farci sentire più i bisogni degli altri che i nostri; non sa mettere dei limiti alle richieste altrui e come conseguenza ci drena energia. Ciò può generare frustrazione e magari risentimento verso chi non si comporta allo stesso modo con noi. Inoltre il continuo abuso di se stessi nell'occuparci solo degli altri a discapito dei nostri bisogni, può generare seri problemi.

E come possiamo dosare questo Sé?

Con il giusto rispetto verso noi stessi che siamo la persona più importante della nostra vita (eccezione fatta quando ci sono figli piccoli) e di cui siamo totalmente responsabili.

Parlavi anche dei Sé Rinnegati. Quali sono?

Sono i sé Vulnerabili, i sé Afroditici e i sé Istintuali. L'aspetto della vulnerabilità è molto importante e il modello del Voice Dialogue vi pone una particolare attenzione. La vulnerabilità, dal latino vulnus, ferita, è generata dalla percezione di una vasta gamma di sensazioni ed emozioni che possono portarci a essere feriti e a soffrire. In genere è portata dai nostri Bambini interiori. Il non contatto con le parti vulnerabili perpetua la messa in onda dei sé dominanti. Queste parti primarie si sono strutturato già dalla nostra infanzia per proteggere la vulnerabilità e lo fanno rinnegandola, disattivando il contatto con le nostre parti bambine, facendoci quindi perdere la loro magia e la loro vitalità. È perciò importante poterle recuperare. Insieme al Bambino Vulnerabile che porta in sé la sensibilità e la paura, abbiamo quello Giocoso con il gusto del gioco ed è quello con cui è più facile entrare in contatto, il Bambino magico che porta la fantasia, l'immaginazione, la creatività e l'intuizione e quello Bisognoso che tende ad aspettarsi molto dagli altri e li investe di un ruolo genitoriale; in effetti la registrazione nella nostra prima infanzia è che tutto ciò di cui abbiamo bisogno ci viene dato dagli altri e questa credenza sussiste tutt'ora dentro di noi attraverso lui e gioca un ruolo straordinario nelle relazioni, in particolare quelle di coppia. Ciò porta a legarsi agli come figli bisognosi e vedere facilmente ogni aspettativa delusa. Solo conoscendo e accudendo i nostri Bambini interiori, siamo in grado di attrarre relazioni soddisfacenti.

E i sé Afroditici quali sono?

L'archetipo di Venere-Afrodite è presente in noi ma sotterraneo in molti. Dea dell'amore, della bellezza e della sensualità, Afrodite possiede un'energia magica, capace di incantare chiunque. Ha un sorriso radioso, un passo magnifico e si muove in modo fluido. Il nostro sé Afrodite è collegato al piacere, alla sensualità e possiede una vibrazione, un'onda energetica particolare, che è in grado di facilitare una connessione positiva con gli altri. Ci sono persone che hanno dalla nascita questa vibrazione e quando le incontri avverti la loro emanazione piacevole; per i più invece occorre facilitare l'emersione di questa parte facendo il lavoro sui sé interiori. Infatti i suoi nemici sono il sé Patriarca che è timoroso della sua energia poiché non fa distinzione tra sensualità e sessualità, perciò le censura entrambe. Alcuni Sé spirituali, nutritisi nella nostra cultura del pensiero cristiano basato sulla macchia del peccato originale, i sensi di colpa, il sacrificio, possono avere un atteggiamento di rimprovero nei confronti della sensuale energia afroditica. Come nel caso del Patriarca, viene scambiata per sessualità o come accesso alla stessa e quindi condannata.

E invece i sé Istintuali?

Le energie istintuali sono un mondo complesso, correlate all'aggressività, alla sessualità e al potere. Se vengono troppo a lungo rinnegate crescono d'intensità e possono manifestarsi in modo violento e distruttivo. Molto utile quindi conoscerle e imparare a veicolarle nella giusta misura. Siamo un grande mosaico di cui conosciamo solo pochi aspetti.

Quali sono i Punti di contatto e le differenze tra il Voice Dialogue e le Costellazioni Familiari?

La Costellazione Familiare è uno strumento che ha lo scopo di portare alla luce dinamiche ancestrali influenzanti la propria vita, attraverso delle rappresentazioni. Il Voice Dialogue invece fa esprimere verbalmente e in modo diretto le parti influenzate dalle "lealtà invisibili" che legano alle generazioni precedenti, con cui sono rimasti dei conti in sospeso. In questo caso io procedo con la pulizia sul lignaggio degli Avi, per scaricare dall'albero genealogico del cliente le memorie e i ristagni negativi che gli procurano difficoltà e problemi.

Ti definisci una moderna alchimista. Perché e qual è oggi il compito di un'alchimista come te?

Portare sviluppo, crescita e benessere nella vita delle persone che vogliono un cambiamento. Il ruolo di un moderno alchimista è proprio quello di essere maieuta, di socratiana memoria, ossia portare la persona a conoscere completamente se stesse. E' a dire trasformare e ampliare ciò che è parziale e non funzionale in ognuno. Abbiamo tutti il diritto di vivere al meglio e con pienezza la nostra vita.

Hai scritto un libro intitolato "Interpretare e dirigere i sogni": come é possibile dirigere i propri sogni e perché farlo é un mezzo di crescita?

Il libro propone differenti chiavi interpretative dei sogni: analitica, simbolica, associativa, spiegate con vari esempi. Si parla di sogni tipici, ricorrenti, incubi e sogni premonitori. Vengono spiegati i meccanismi del sonno e del sogno e proposti sistemi per dormire bene, come il rilassamento, il riequilibrio energetico ecc. Il volume è corredato di un cd che guida in un rilassamento pre sonno e un sogno guidato energizzante. Dirigere i sogni è correlato al "Sogno guidato" con cui si pilota la persona verso la manifestazione delle sue potenzialità. Viene proposto un simbolo la cui dinamica metto in contatto con aspetti interiori inaccessibili alla mente analitica. Ogni simbolo ha la proprietà di dirigere alcune energie inutilizzate per veicolarle verso un preciso obiettivo, promuovendo così un processo evolutivo.

Tu sei una counselor e lo sono anch'io. Vogliamo spiegare cosa é il counseling?

E' un rapporto interattivo fra Counselor e Cliente volto, attraverso appropriate conoscenze e metodologie olistiche, ad aiutarlo a sviluppare la propria consapevolezza, le proprie risorse e abilità. In modo che possa gestire in modo efficace le relazioni, le connesse dinamiche conflittuali e varie problematiche. Il Counseling è quindi finalizzato al miglioramento del benessere delle persone e di conseguenza a una loro più elevata qualità della vita. Personalmente, con il counseling a indirizzo Voice Dialogue, sperimento quanto sia magnifico scoprire l'ampiezza e la bellezza delle persone. Nello specifico, nell'incontro di Voice Dialogue si vede il tema su cui lavorare e ben presto la parte coinvolta, il sé, si manifesta energeticamente e la persona si trova in connessione con tale aspetto. Rispondendo alle domande poste, il sé rivela la sua influenza, le sue risorse e i suoi bisogni. Quindi si procede con gli altri sé coinvolti nel problema. Lo scopo delle "interviste" ai sé è quello di renderci consapevoli degli effetti che queste parti hanno su noi.

Il tuo motto é "esistere é un privilegio". Cosa intendi con questo motto?

Questa frase fa da sottotitolo al capitolo uno del mio libro, di prossima pubblicazione: "Sono nata poliedrica e non lo sapevo", libro che considero un'istigazione al benessere. Avremmo potuto non esserci, sarebbe bastato un diverso partner o un differente momento del concepimento. Perciò considero un privilegio per ognuno l'essere venuti al mondo.

Qual é per te il senso di una crisi?

Quando qualcosa nella nostra vita non va per il verso giusto si entra in crisi e può essere un momento molto proficuo per sviluppi futuri. Come disse Einstein "Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettare risultati diversi".

Tu come sei cambiata nel corso della tua esistenza e del tuo lavoro su te stessa?

E' come aver vissuto tante vite attraverso vari passaggi esperienziali ed evolutivi. Il percorso continua. Mi ritengo uno spirito libero e da tale sto vivendo la mia vita.

Cosa significa riconquistare la propria consapevolezza e che differenza c'é tra consapevolezza e coscienza?

Riconquistare o meglio conquistare la propria consapevolezza per me significa conoscere il più possibile i nostri molteplici aspetti. Di fatto in genere si conosce una parte minima della propria totalità, mentre è fondamentale venire a conoscenza di tutte le nostre parti. Solo così si può avere una vita più ricca e soddisfacente. Essere coscienti, a mio parere, ha a che fare con la conoscenza di qualcosa, la consapevolezza la percepisco come qualcosa di più profondo.

Cosa intendi con "pacco energetico" e come é possibile rimuoverli?

Si tratta di ristagni energetici che gravano su alcuni nostri aspetti, i sé interiori appunto. In questo caso si procede alla rimozione con quello che definisco "intervento di chirurgia sottile".

Che differenza c'é tra Intuizione e Ispirazione? E come possono, l'una e l'altra, darci risposte nella nostra vita?

L'ispirazione la definirei un estro creativo. L'intuizione è l'acuta capacità di percezione, la conoscenza immediata d'una verità. Essere intuitivi è come trovarsi davanti a una specie di autostereogramma, un'illusione ottica tridimensionale: c'è un'immagine nascosta che viene vista solo se si lasciano incrociare gli occhi, come quando ci si incanta a guardare nel vuoto. L'essere intuitiva ha influenzato molto la mia vita ed è un notevole supporto nell’incontro con i Clienti.

Cosa significa per te "crescere"?

Diventare più consapevoli, equilibrati e, perché no, un po' più saggi. In altre parole stare bene nella propria pelle e nella propria vita.


Susanna Garavaglia


Traumi e irrisolti familiari possono arrivare fino a noi diventando nostre fragilità. Le tradizioni spirituali lo dicono da sempre, la psicologia da almeno 30 anni e oggi la scienza lo conferma. Per sciogliere quei nodi serve un processo alchemico che trasformi in luce le nostre ombre, quelle dei nostri genitori e dei nostri avi. Sei pronta per un viaggio nella tua anima insieme a chi ti ha preceduto?

Le hai viste mille volte le vecchie foto in bianco e nero a cui ti senti legata senza sapere bene perché. Gli occhi di una bambina ti catturano. Sono identici ai tuoi. "È la tua prozia: un talento straordinario per il disegno, proprio come te", rivela tua madre. "In amore però non è stata fortunata. Il marito è partito per il fronte. Le mandava lettere ogni settimana. Quando non sono più arrivate ha capito di essere rimasta vedova. Non si è più rifatta una vita". Pensi alle tante storie che iniziano tra mille WhatsApp e si interrompono in un nulla. Tu che dalla fine di un grande amore non sei più riuscita ad avere una relazione felice. Una coincidenza? "Non è detto", spiega la counselor Silvana Borile. "Noi ereditiamo non solo i talenti ma anche gli ostacoli appartenuti ai nostri avi. Un bel pacchetto di traumi, segreti e messaggi non verbali che ci influenzano". Gli scienziati hanno spesso storto il naso di fronte alla possibilità che blocchi e paure arrivino a noi dal passato. Ma si sono ricreduti. "Dagli studi genetici più recenti si è scoperto che quello che un tempo si chiamava Dna Spazzatura perché non codifica proteine in realtà ha un ruolo importantissimo", spiega la psichiatra e psicoterapeuta Erica Poli. "Regola infatti l’accensione e lo spegnimento dei geni rispetto alle informazioni emotive che arrivano dall’ambiente e dalla famiglia". In ognuno di noi si stima che ci siano eredità di Dna di sette generazioni antecedenti la nostra. E che ereditiamo conflitti e irrisolti nel nostro tessuto biologico, traccia della nostra futura fragilità".

La sindrome degli antenati

La psicologa Anne Ancelin Schützenberger, una novantottenne arzilla, più di 30 anni fa ha chiamato questo processo di ripetizione inconscia dei traumi "la sindrome degli antenati". Secondo l'esperta da una generazione all'altra vengono trasmessi nelle famiglie gli eventi irrisolti che riproduciamo inconsapevolmente per lealtà verso chi è arrivato prima di noi. Si scopre, per esempio, realizzando il proprio genosociogramma (una rappresentazione commentata e allargata dell’albero genealogico) che incidenti gravi o eventi felici, a livello intergenerazionale, sono avvenuti spesso nello stesso giorno dello stesso mese oppure quando i parenti coinvolti avevano la stessa età. Accade perché le famiglie sono nuclei potentissimi che trasmettono regole precise, spingendoci anche verso l'autosabotaggio. Per riconquistare la nostra libertà, dobbiamo capire i sottili legami che ci tengono ancorati al passato e poi lasciarli andare. Sarà come appoggiare uno zaino di dieci chili e camminare più leggere nel nostro percorso di vita. Ma soprattutto saremo finalmente noi stesse. Ci sono tante tecniche che possono aiutare a fare pace con il proprio passato: le costellazioni familiari, lo psicodramma, la psicogenealogia, la psicomagia di Jodorowsky. Ma c’è una premessa da fare: "Mettere in scena il passato serve a comprendere i nessi che ci legano alla nostra famiglia d'origine, ma non è sufficiente a guarire. Per quello serve un passaggio fatto con il cuore e non solo con la testa", spiega ancora Erica Poli. Si parte dall'accettazione delle fragilità di chi ci ha preceduto e delle nostre. Se non riusciamo a farlo, blocchiamo la nostra spinta vitale. "Tutti noi abbiamo una natura elettromagnetica: più giudichiamo e rifiutiamo ciò che è dentro di noi, più andiamo in dissonanza perché negare parti di sé è contrario al messaggio biologico e quindi alla nostra natura autentica".

Onora il padre e la madre

Il primo passo per cambiare credenze e comportamenti che ti limitano è quello di onorare i tuoi genitori e di perdonarli, anche se non ci sono più. Lavorava tanto tuo padre. A casa era scontroso e assente. A tavola diceva solo: "Passami il sale". Gli interessavano i tuoi voti a scuola, ma, almeno in apparenza, non la tua felicità. Tua madre era poco incline alla dolcezza, non ha mai raccolto le tue confidenze e diceva sempre no. E poi si sono pure separati, lasciandoti sola in mezzo alla tempesta, convinta di non meritare amore e che per te non ci sia spazio in questa vita per una relazione felice e appagante. È vero, è possibile che ti abbiano trasmesso le loro difficoltà e idee di te e della vita che oggi non ti aiutano. Ma è merito loro se ci sei e se sei così, con i tuoi talenti, le tue risorse e le tue fragilità. E non sarà cercando di essere diversa da loro a tutti i costi che tuteli la tua preziosa unicità. Onorarli significa riconoscere il loro posto e smettere di incolparli per come sei, per le tue sofferenze attuali. Perdonare non significa scusare, giustificare o per forza riconciliarti. Men che meno negare i tuoi diritti o aspettarti che loro cambino. "Perdonare significa imparare a essere responsabile di te stessa, abbandonare le aspettative verso gli altri e smettere di coltivare l'illogico presupposto che tua madre, tuo padre, ma anche gli uomini con cui entri in relazione, si comportino come vorresti", spiega Erica Poli. È un percorso, può essere anche lungo. "E la fase più potente arriva con il perdono di sé, l'abbandono dei sensi di colpa e della rabbia, l'accettazione delle proprie parti fragili, ombrose e bisognose".

Basta colpevolizzarti

L'ennesima storia è andata male. Ti sembra di aver fatto un casino, che i segnali ci fossero tutti perché finisse a catafascio, ma non li hai saputi cogliere in tempo. Sei triste, e sei arrabbiata con lui e con te stessa. Accogli questi sentimenti, inutile farci la lotta, più cerchi di sbarazzartene, più ti si incrostano dentro. "Invece di chiederti ossessivamente: "Che cosa non ha funzionato?", "Che cosa ho sbagliato, ancora?", "La mia infelicità sta nel destino, nel mio Dna, nella mia storia di famiglia?", chiediti: "Che cosa c'è di perfetto in ciò che mi sta accadendo?". "Come si rivela questa perfezione?", "Come posso cambiare il mio punto di vista per riconoscere tale perfezione?", spiega ancora Poli. Metti per iscritto le tue risposte e ripeti l'esercizio finché le emozioni non si puliscono. Scoprirai il ruolo di questa relazione per il tuo percorso evolutivo: momenti felici, la riscoperta della tua femminilità, una connessione con le tue emozioni che ha rotto la solitudine. "Quando il perdono di sé è completo, i benefici sono immediati e potrai aprirti a nuove traiettorie di cambiamento. Puoi sentire di amare la vita e cercare ancora la felicità".

Fai pace con maschi e femmine vissuti prima

Ora che hai fatto un po' di pulizia dal dolore e dalla rabbia, puoi andare oltre. E regalarti una meditazione luminosa che ti aiuterà a pacificarti con i tuoi avi, con la tua difficoltà di stare in una relazione felice, ma anche con il maschile e il femminile dentro di te. Ce la suggerisce Silvana Borile che conduce le persone in questo percorso da molti anni. "Prenditi mezz’ora tutta per te. Rilassa ogni distretto del tuo corpo a partire dalle dita del piede destro fino ai capelli. L'obiettivo è far rallentare le tue onde cerebrali fino allo stato alfa, tipico degli istanti che precedono il sonno. Ora inizia a visualizzare di fronte a te la linea femminile della famiglia: la mamma, la nonna, la bisnonna e le ave, anche se non le hai mai viste, una dietro l'altra. Lascia libera la tua mente di fluire, di percepire se appaiono ostacoli rispetto al tuo progetto, per esempio quello di avere una relazione duratura. Poi immagina di illuminare le tue antenate con una luce bianca che pulisce la loro energia. Ripeti lo stesso procedimento con la linea maschile della mamma: suo papà, il nonno, il bisnonno. Fai lo stesso con papà. Sarà molto pacificatorio", spiega l’esperta. Puoi chiederti che cosa rappresentano gli ostacoli rispetto al tuo problema. "Hai visto una carovana e hai difficoltà a creare un legame di coppia? Magari uno spostamento di clan ha interrotto un grande amore: non importa definire una verità storica, ma capire che puoi rimanere legata al tuo passato senza farti carico di storie non tue", spiega Borile.

Infine ringrazia

Ormai lo sai: un filo di Arianna ti lega a tutti i tuoi antenati, compresa la prozia rimasta vedova di guerra. Sono nella tua anima, un sé che vive in una dimensione fuori dal tempo, capace di muoversi liberamente nel passato e nel futuro. Integrali in modo simbolico, "ringraziandoli per essere una parte di te che si è manifestata in quel modo", spiega ancora Erica Poli. Le parole giuste, per quella povera zia rimasta sola che ti guarda bambina dalla fotografia, saranno: "Ti permetto di far parte di me". "Ti chiedo scusa di averti giudicato. Grazie per il tuo sacrificio". Entri così nella legge dell’armonia. E ti liberi dal giogo del tempo, del prima e del dopo, delle cause e degli effetti. Aprendoti alla possibilità che tutto possa succedere e che la tua vita, da ora, abbia un nuovo slancio.


Silvia Gavino


Un giudice inflessibile vive nella tua testa e ha da ridire su tutto:
il tuo aspetto, come ti muovi, i discorsi e le scelte che fai. Se lo lasci libero di agire, finirà per soffocarti. Una coach spiega come riconoscerlo. E ignorarlo.

Hai fatto troppo tardi ieri. Guarda che occhiaie! Alla riunione ti presenterai come uno straccio», dice Alice mentre si prepara davanti allo specchio. «Ho bruciato la torta. Sono una cuoca pessima! Farò la solita figura portando un dolce confezionato alla festa organizzata ai giardinetti», si ripete Susanna, mentre pulisce la cucina. «Anche stasera ho saltato la lezione di ginnastica. Non rientrerò più nei jeans che ho comprato l’anno scorso», si mortifica Giulia alla fine di una giornata piena di impegni. L’elenco potrebbe continuare all’infinito. Cambia l’argomento, la situazione, il momento, ma a suggerire la recriminazione è sempre lui: il critico interiore. Una voce severa e perentoria che ci fa sentire perennemente inadeguate. E innesca un circolo vizioso pericoloso: più ci influenza, più siamo bloccati, più è difficile liberarsene. Ne parliamo con Silvana Borile, counselor relazionale e life coach di Voice Dialogue, che a questo tema dedica uno dei suoi prossimi seminari.

Qual è l’identikit del critico interiore?
«Il critico interiore è uno dei sé primari più forti e dannosi perché è particolarmente intelligente e distruttivo. Ci assilla continuamente, ci aspetta allo specchio di prima mattina e sottolinea tutto quello che non va nel nostro aspetto. Durante il giorno ci paragona agli altri che, secondo lui, sono sempre meglio. E fino a sera non fa che rimarcare la nostra inadeguatezza».

Facciamo un passo indietro. Cosa si intende per sé primari?
«Il metodo Voice Dialogue, creato negli Stati Uniti dagli psicoterapeuti Hal e Sidra Stone, distingue i sé primari da quelli rinnegati. I sé primari hanno un ruolo di protezione e si prodigano già dalla prima infanzia per farci accettare e amare: fanno in modo che seguiamo le regole della famiglia, così non saremo sgridati e compiaceremo i genitori e le regole della società, cui si aderisce per non esserne esclusi. In questo terreno fertile si sviluppa il critico interiore».

I sé rinnegati invece quali sono?
«Sono le nostre risorse ancora sconosciute, ma anche gli ostacoli che impediscono di raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo. I sé primari si danno da fare perché non emergano».

Anche il critico ha un ruolo in questo “rinnegare” le parti di noi che consideriamo sconvenienti?
«In quanto parte del team dei sé primari, certamente sì».

Quali sono gli effetti del critico nella nostra vita?
«Ci sgrida e denigra, annulla la creatività e lo spirito d’iniziativa, ci fa sentire in colpa. E, quando è particolarmente forte, può causare ansia e depressione».

Perché agisce?
«Il suo scopo è nobile. Ci critica per farci essere perfetti, inattaccabili, in modo da essere accettati, amati e per raggiungere il successo. Ma l’effetto è opposto perché mina la nostra autostima. Diventa difficile contraddire il critico e dimostrargli che sbaglia».

In piccole dosi quindi ascoltare la voce del critico fa bene?
«Sì, ma è molto difficile mettere un freno alla sua azione senza l’aiuto di un esperto».

Per renderci meno dipendenti dal critico è utile accettare di poter sbagliare?
«Sarebbe utile, ma un forte critico non lo consentirà. Si può riuscire ad accettare di sbagliare solo dopo averlo conosciuto e ridimensionato».

C’è un modo per capire quanto il critico condiziona le nostre vite?
«Nei miei seminari utilizzo un test con alcune domande:
• Ti senti spesso inferiore agli altri?
• Vorresti avere un corpo più attraente?
• Ti paragoni spesso alle altre persone?
• Ti preoccupi di quello che pensano gli altri?
• Metti in dubbio le tue decisioni e pensi che avresti potuto fare meglio?
• Esiti a provare qualcosa di nuovo perché hai paura di sembrare stupida?
• Pensi ci sia qualcosa di sbagliato in te?
• Riesamini le conversazioni dopo averle terminate per capire cosa hai detto di sbagliato?».

E le risposte che diamo cosa significano?
«È molto semplice: più risposte affermative si danno, più il critico è forte».

Le frasi che il critico ripete da dove arrivano?
«Nella maggior parte dei casi dalle frasi che i nostri genitori o famigliari usavano per giudicare noi e le persone vicine. La classica espressione: “E adesso? Cosa penserà la gente di te!”».

Come si può frenare l’avanzata del critico?
«Il critico interiore è come una radio: non va spento, va solo abbassato il suo volume. Imparando a riconoscere come espressioni del critico quelle voci che ci condizionano fin dalla mattina, non appena siamo davanti allo specchio. Bisogna rendersi conto che è il critico a suggerirci certi pensieri e fermare il suo martellamento».

Parla di specchi reali o metaforici?
«Reali. L’aspetto fisico è un terreno fertile per il critico interiore. Lui si presenta al mattino in bagno davanti allo specchio e comincia a elencarti cosa non va nella fisicità. Parte sempre da lì per poi spostarsi su altri livelli. Saperlo ci aiuta a intercettarlo e bloccarlo sul nascere».

Noi donne ci critichiamo di più?
«Un tempo era assolutamente così. Adesso sempre più uomini, favoriti anche dalle maggiori cure che dedicano al loro aspetto, sono diventati critici. Anche questa è parità».


Federica Brignoli


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    • Ti senti in imbarazzo.
    • Sei lusingata e gli lanci occhiate ammiccanti.
    • Gli sorridi apertamente.
  • Ti dice: "Vieni a farti una nuotata?". Allora tu...
    • Allarghi l'invito a tutta la compagnia.
    • Gli chiedi se prima ti aiuta a mettere la crema protettiva sulla schiena.
    • Te la spalmi da sola, su tutto il corpo e lentamente, mentre lui ti osserva.
  • L'elemento fisico più importante nel gioco della seduzione è...
    • Il corpo.
    • La bocca.
    • Lo sguardo.
  • Un bacio è...
    • Una parentesi rosa fra le parole "ti amo".
    • Un modo per conoscersi.
    • Un sentiero non ancora battuto.
  • Dedichi attenzioni al tuo fisico per...
    • Eliminare i difetti estetici.
    • Mantenerti in forma.
    • Potenziare i tuoi lati forti.
  • La tua voce è...
    • Esile, un po' infantile, a volte molto acuta.
    • Chiara e rassicurante.
    • Pacata e mai troppo squillante: rassicura chi ti sta vicino.
  • Da 1 a 10 quanto ti piaci?
    • Da 1 a 5.
    • Da 5 a 8.
    • Da 8 a 10.
  • La tua arma di seduzione è...
    • La bellezza.
    • La sensualità.
    • Il sorriso.

Maggioranza di risposte A
IL TUO QS E'... 5

Non credere che essere bella sia un requisito indispensabile per attrarre l'atro. "Ci sono donne splendide che hanno un effetto respingente.", spiega Silvana Borile, counselor di Voice Dialogiue (www.silvanaborile.it) e conduttrice del corso "Le dinamiche dell'attrazione". "La capacità di se-durre (che significa proprio attrarre l'altro a sé) non dipende dall'avvenenza, ma da quanto siamo sicure di noi stesse e ci piacciamo, pur conoscendo i nostri difetti. La fiducia nel proprio appeal ha origini nell'infanzia, quando ogni bambino ha bisogno di uno sguardo che lo faccia sentire al centro del mondo: è da questa sensazione, insieme alla consapevolezza di essere preziosi e unici, che deriva quel certo "non so che" che, da adulti, calamita l'attenzione degli altri". Per recuperare il senso della tua unicità, inizia con l'annullare i limiti che tu stessa ti poni quando ti sminuisci focalizzandoti solo sui difetti estetici (e non). "Il divario tra ciò che pensiamo di essere e ciò che vorremmo diventare si manifesta anche all'esterno, influenzando negativamente i rapporti con gli altri e indebolendo l'energia attrattiva che emaniamo", continua l'esperta. "Per liberare il nostro potenziale seduttivo, è fondamentale l'accettazione di ciò che ci rende irripetibili. Senza dimenticare che la fragilità affascina, perché alimenta il mistero e tocca gli altri nel profondo se viene espressa con tranquillità, dimostrando di non averne paura".

IL CONSIGLIO. Lavora sulla tua autostima e impara a valorizzare le tue qualità, non solo estetiche. Al mattino, quando ti guardi allo specchio, sorridi a te stessa, poi alle persone che incontri quando esci: un viso sereno è il miglior strumento di seduzione non solo nei confronti del partner, ma anche in ambito professionale e sociale. Lui ti guarda e ti prende l'agitazione? Inspira ed espira lentamente, più volte, fino a sentirti centrata su te stessa. E lascia pura che ti scappi una risata di imbarazzo: se è sincera, contagerà anche lui. "Ridere insieme è come darsi il primo bacio", sottolinea l'esperta. "Unisce, scarica la tensione e crea un feeling immediato".

Maggioranza di risposte B
IL TUO QS E'... 7

Hai una buona dose di sensualità che cattura l'attenzione degli uomini. Ma non farti trarre in inganno dagli spot pubblicitari: non è ammiccando o leccando un gelato con malizia che risvegli un vero interesse nel tuo interlocutore. Cattura di più uno sguardo intenso e diretto, che lascia trasparire sentimenti di fiducia e apertura. E se scocca la scintilla, ricordati che per far attecchire il fuoco della seduzione hai bisogno di carburante: ovvero empatia ed ascolto. "La capacità di prestare attenzione a ciò che dice l'altro è la caratteristica che, più di ogni altra, gioca un ruolo fondamentale nella seduzione", spiega Silvana Borile. "Ascoltare in modo attivo, cioè con curiosità e partecipazione, fa sentire chi ci sta di fronte una persona speciale. E non c'è niente di meglio per creare un'attrazione forte", ribadisce la counselor.

IL CONSIGLIO. Impara a essere più diretta: un sorriso aperto, invece che ammiccante, trasmette una disponibilità interiore che fa immediatamente abbassare le difese psicologiche dell'altro. Lo stesso vale per lo sguardo che può incuriosire se misterioso, ma rapisce quando è limpido e intenso. Esercitati nell'arte dell'ascolto, irrinunciabile base dell'empatia, per entrare subito in sintonia con gli altri e creare quella corrente che rende irresistibili. Ricordati che saper ascoltare significa non "parlare sopra l'altro", ma creare con lui una sorta di contrappunto emotivoche trasforma la conversazione da semplice scambio di informazioni a momento di grande intensità.

Maggioranza di risposte C
IL TUO QS E'... 10

Sei una calamita energetica: in spiaggia (ma anche all'interno di un gruppo, alle feste o quando entri in una stanza) catturi gli sguardi e l'attenzione di molte persone, sia uomini sia donne, che ti notano, ti sorridono e si fermano a parlare con te. Non ti consideri bellissima, ma ti senti bene nel tuo corpo e, anche se hai qualche inestetismo (per esempio, la cellulite), non hai problemi a metterti in costume da bagno per goderti tutti i benefici del sole e del mare. La tua capacità seduttiva funziona anche al lavoro, dove i rapporti interpersonali per te sono facili. Hai sempre un corteo di corteggiatori più o meno dichiarati e non resterai mai sola! Anche per questo ti senti sicura di te e non hai paura di mostrare le tue fragilità agli altri, conscia di quanto ti rendano umana e unica al tempo stesso.

IL CONSIGLIO. Non hai bisogno di suggerimenti perché l'arte della seduzione per te è una dote naturale. Per continuare a goderne nel corso della vita, proteggi questo dono come un bene prezioso, nutrendolo e coltivandolo con costanza. L'esperta ti suggerisce di dedicarti ad attività fisiche come la danza, che ti consentirà di restare in contatto costante con la tua sensualità. Inoltre, puoi praticare esercizi di consapevolezza corporea (per esempio, 5 minuti al giorno di concentrazione sul respiro) per mantenere viva quella centratura emotiva che attrae gli altri e li fa sentire bene. E non smettere mai di coccolarti: regalati una crema esclusiva anche se costa, un massaggio doposole rinfrescante o qualunque "chicca" cosmetica che aumenti le occasioni di rapporto tattile con la pelle.


Una scuola ove si insegna a sedurre e a conquistare una donna, dedicata agli aspiranti latin lover un po' impacciati

A Londra l'attore siciliano Marco Gambino si è inventato un mestiere molto redditizio (la sua parcella è di 80 sterline all'ora) e per certi versi socialmente utile: insegna l'arte del corteggiamento e della conquista agli uomini inglesi che, almeno a detta delle loro connazionali, sul fronte della seduzione sono un disastro. Trascurati nell'aspetto, spiacevolmente ansioi, incapaci di stringere una mano femminile senza stritolarla, impacciati al punto da non saper reggere lo sguardo di una donna. Fin dal primo appuntamento sono maldestri e, quindi, scoraggianti. Non solo: secondo Gambino, a Londra la gentilezza (strumento irrinunciabile per entrare in una sintonia amorosa) è del tutto sconosciuta, con grande disappunto delle donne.


A Londra l'abc della seduzione

A Marco Gambino, l'idea di impartire agli uomini inglesi lezioni di "cucco italiano" è venuto grazie a un sito per sole donne, carico di proteste e lamentele a proposito dell'assoluta mancanza di charme maschile. Niente flirt, niente emozioni e, naturalmente, zero romanticismo, anche quando in lui l'interesse e l'attrazione sono alti: tutto è moltp terra terra e, quindi, non lascia spazio ad alcuna tensione, sensazione intensa, fantasia. In più, gli uomini inglesi non curano la loro immagine: l'assenza di galanteria, unita a uno stile trasandato, precludono loro la possibilità di incuriosire e attirare le donne. Focalizzato il problema, Gambino non ha perso tempo e ha organizzato seminari suddivisi in quattro parti: in vista della caccia, al momento della caccia, nel corso della conquista e sull'impegno necessario per non farsi sfuggire la preda. Il contenuto delle lezioni è l'Abc del flirt, ovvero non affronta nulla di particolarmente sofisticato. In sintesi, l'estroso Gambino spiega come camminare in modo spigliato, come vestirsi e aggiustarsi i capelli, come effettuare un baciamano, come rivolgere uno sguardo intrigante, come invitare una donna a bere un caffè. Su questo il "maestro è irremovibile: caffè o al massimo succo di frutta, mentre l'alcol è vietato. Per flirtare con esiti positivi è, infatti, d'obbligo disporre della massima lucidità mentale.

Le "cadute" dei maschi inglesi

Gli uomini inglesi non sanno corteggiare, usare frasi piacevolmente allusive, giocare agli innamorati: non sanno, insomma, che cosa sia il flirt, inteso anche, eventualmente, come eccitante preludio a una storia d'amore vera e propria.Gli atteggiamenti che vengono più criticati dalle donne d'oltremanica sono poi gli stessi detestati dall'intero universo femminile. Eccoli.

  • Dopo aver invitato la donna a mangiare una pizza (e qui si parla del primo appuntamento), si dimostrano reticenti quando arriva il momento di pagare.
  • Non riescono a guardare la donna negli occhi, vuoi perché bloccati dalla timidezza, vuoi perché non sanno apprezzare l'emozione che si può trarre da una simole opportunità. Nei casi peggiori, durante il tête-à-tête in un locale, il loro sguardo vaga alla ricerca di un maxischermo o di altre distrazioni.
  • Durante il primo appuntamento guardano continuamente l'orologio, specificando che hanno un impegno urgente che li attende (a questo punto sarebbe molto meglio rimandare il primo incontro a una data più favorevole).
  • Trasmettono ansia perché loro stessi sono agitati, stato d'animo che viene espresso mediante un fastidioso tamburellare del tallone contro il pavimento.


L'arte del flirt

Il flirt è il gioco più divertente che si possa fare con qualcuno dell'altro sesso, ma alle donne inglesi questa piacevolissima opportunità viene preclusa. In Italia la situazione è molto deversa, visto che i nostri uomini (non a caso noti nel mondo come "latin lover"), salvo inevitabili eccezioni, sono abilissimi proprio in questo genere di approccio e ne conoscono a menadito le regole. Poche telefonate, molti messaggi (via cellulare, posta elettronica o chat) e, durante gli incontri, grande investimento in termini di galanteria, calore, ironia affettuosa e, a volte, tenerezza. E se è vero che non è tutto oro quello che luccica, perché spesso queste meravigliose premesse sfociano in niente (specialmente se a flirtare è un uomo sposato...), è certo che essere corteggiata alla maniera latina è per una donna gratificante sotto tutti i profili.


I segreti da imparare

Silvana Borile, counselor di Voice Dialogue (www.silvanaborile.it), da alcuni anni organizza in Italia seminari volti a insegnare l'arte della seduzione a uomini e donne. Le sue lezioni, rispetto a quelle di Gambino, sono senza dubbio "avanzate", perché gli allievi di casa nostra imparano i rudimenti della conquista fin dall'asilo.Il punto di partenza dell'insegnante milanese è semplice nella sua incontestabile verità: è possibile essere affascinati e, quindi, capaci di sedurre, anche senza essere avvenenti, esattamente come si può risultare respingenti pur avendo il dono naturale della bellezza. La seduzione si esercita, infatti, quando se ne conoscono i segreti, che tutti possono apprendere e mettere in pratica con risultati straordinari, a prescindere dall'aspeto fisico. Vediamoli.


  • Lavorare sull'autostima
    Per piacere bisogna innanzitutto piacersi (questo dogma viene utilizzato anche da Gambino). È importante allora sia cercare di valorizzarsi, puntando sulle proprie doti intellettuali più brillanti, sia focalizzare l'attenzione sui propri punti forti, anziché farsi condizioare (come spesso avviene) da quelli deboli.
  • Sorridere
    Il sorriso è uno dei mezzi più efficaci per risultare attraenti, mentre i musi lunghi e le espressioni ingrugnite allontanano.
  • Guardarla negli occhi
    Per sedurre è vietato ammiccare o fare vagare lo sguardo al di là del volto dell'interlocutore. Catturare gli occhi dell'altro con i propri, offrendo uno sguardo intenso e diretto, suggerisce sentimenti di fiducia, apertura, simpatia.
  • Controllarsi attraverso la respirazione
    Inspirare ed espirareclentamente più volte, prima di un incontro amoroso, aiuta a raggiungere una condizione di rilassamento che consente di non lasciarsi sfuggire di mano la situazione e di non commettere passi falsi.
  • Ridere
    Nell'ambito di una conquista è vincente usare il senso dell'umorismo, sia per abbandonarsi alle risate, ogni volta che l'occasione lo consente, sia per riuscire a divertire il prorpio partner. Ridere insieme è un po' come baciarsi.
  • Modulare la voce
    La possibilità di affascinare qualcuno è in gran parte affidata al tono di voce. Se è "di gola", ossia stridulo, crea una barriera emotiva perchè innervosisce; se è troppo potente e alto scatena desideri di fuga, perché risulta aggressivo, facendo apparire prevaricatori. Il tono della seduzione è basso, profondo, carezzevole. È la cosiddetta "voce di pancia", che culla, tranquillizza, intriga. Per ottenerla basta esercitarsi.
  • Ascoltare
    La capacità i prestare attenzione a quello che dice il proprio nterlocutore è forse la caratteristica che, più di ogni altra, gioca un ruolo fondamentale nella seduzione. Ascoltare in modo attivo, cioè con curiosaità, interesse e partecipazione permette di far sentire l'altra una persona speciale: non c'è niente di meglio per avviarsi sulla strada dell'innamoramento.


Laura de Laurentiis


Si parla molto di fascino, ma cosa significa davvero questa parola?
Tentativo di comprendere un potere sottile e indefinibile...

Scene di vita ordinaria. Sul lavoro, in autobus, negli incontri occasionali, in una festa. A volte vi basta una parola, uno sguardo , una frase inaspettata. E parte una vibrazione che avvolge gli altri e li calamita verso di voi, in modo quasi inspiegabile. Una vibrazione sottile che vi rende irresistibili. Così come ci sono persone che hanno nel loro modo di muoversi e di parlare, di avvicinarsi agli altri e di esprimere il prorpio carattere una confidenza e una naturalezza che si trasforma in fascino irresistibile. Entrano in una stanza e tutte le teste si girano verso di loro. Iniziano a parlare e catturano velocemente l'attenzione. Irradiano. In certo qual modo ipnotizzano. "È quel loro certo ‘non so che’ a creare connessione con le persone e a renderli irresistibili, trasformandoli in persone affascinanti", commenta Silvana Borile, counselor a Milano, che tiene corsi di crescita personale e seminari sulla seduzione in tutt'Italia. Questo dono, che possiamo chiamare "quel certo non so che", che ha poco da spartire con la bellezza in sé e si sottrae ai cliché della moda, della bellezza, dell'età, è sintetizzato dalla parola "fascino". Ma di che cosa si tratta esattamente? Come si acquisisce, come si nutr, perché certe persone sono più consapevoli di altre della loro capacità seduttiva e sanno esprimerla al meglio? Poco a poco, approfondendo l'argomento con gli esperti, abbiamo realizzato che il potere di essere seduttivi, affascinanti è donato a tutti quelli che vogliono prenderlo e conservarlo. Volete farne parte?

Lo sguardo materno

Tutti siamo mossi dallo stesso desiderio: piacere. Niente di più normale per degli animali sociali che dall'infanzia, cercao di farsi amare, devono vivere sotto lo sguardo degli altri, negoziare, convincere, motivare, persuadere. Per questo, abbiamo bisogno della capacità di sedurre. La seduzione non è infatti legata esclusivamente alla vita sentimentale, ma è in senso lato la capacità di attrarre (sedurre deriva infatti dal latino se-ducere, condurre a sé) le persone nella vita di tutti i giorni, nei rapporti sociali, nel campo delle amicizie e della professione, in tutto quello che si fa. "Nelle immagini che evocano seduzione, la grammatica dei sensi non lascia dubbi sulle radici fisiche di quella energia ce attrae una persona verso l'altra. Ma si può andare oltre", spiega lo psichiatra e psicoterapeuta torinese Giacomo Dacquino, autore di Seduzione. L'arte di farsi amare (Mondadori). "Dietro l'appeal, non solo erotico, c'è infatti un'emanazione potente ma sottile, un fluido che avvolge l'altro e lo conduce verso di noi sviluppando un gioco di dinamiche psicologiche che superano la matrice biologica dell'attrazione". Per la sopravvivenza delle specie tutti gli animali sono "incorreggibili seduttori", ma nell'essere umano l'urgenza procreativa è gradualmente retrocessa. Oltre al richiamo degli ormoni c'è infatti quello delle emozioni e dei pensieri, in un intreccio di fattori psico-neuro-comportamentali. Allora possiamo attribuire charme a una donna per il portamento singolare, che sembra dare luce nuova alla vita. Allo stesso modo trovare affascinante un uomo per il suo entusiasmo comunicativo, le sue idee ispirate (pensiamo al professore di liceo, che ci ha donato la voglia di legere tutto Proust). Il fascino è uno sguardo, un cenno del capo, un gesto un'inflessione della voce... niente di esplicito. Nessun segnale del tutto esplicito è infatti seducente. Al più, può piacere, ma è cosa diversa. La persona dotata di fascino è portatrice di un mistero e di un incantesimo. Come ha scritto il sociologo francese Jean Baudrillard, "il suo spazio è lo spazio del segreto, di quello che viene mostrato, ma non nella sua interezza. Sedurre è innato? No, ma il piacere di piacere nasce molto presto. Avete notato che ci sono dei bebè che piacciono e altri no? Voi li guardate e li trovate graziosi. Ma la loro seduzione non è tanto legata a una qualità fisica quanto a una qualità di contatto: loro sanno farsi notare. E la fonte del loro "piacere di piacere" è la loro madre. "Un bambino diventa attraente perché lo sguardo materno lo rende seduttivo, in quanto nutre il narcisismo, la libido di sé un'energia vitale che muove l'individuo", spiega Dacquino.

Sicurezza di sé e seduzione

Ogni volta che due persone si incontrano riemerge questo imprinting di sicurezza iniziale in cui il bambino, con il suo sorriso e il suo sguardo, attiva nella madre un processo di seduzione che permette di essere tenera nei suoi confronti. Credersi incapace di sedurre è piuttosto frequente. Ancora Dacquino: "Per sentirci autorizzati a sedurre, abbiamo bisogno di uno sguardo che ci ha fatto credere di essere al centro del mondo. Questa convinzione fissa in noi la certezza di essere qualcosa di prezioso, di unico e insostituibili. "Se non rappresento niente per mia madre, non sono niente nemmeno per gli altri", si dice inconsciamente chi dubita del proprio fascino. E questo l'ho potuto constatare in diverse situazioni, anche nel caso di una eclatante riuscita sociale da adulto". I dubbi sul prorpio fascino possono avere radici lontane, ma proviamo ad entrare in contatto e a scoprire le nostre potenzialità bloccate dalla paura, dai condizionamenti esterni, dai limiti che noi stessi ci imponiamo. "Per piacere agli altri dobbiamo, in primo luogo, piacere a noi stessi", osserva ancora Borile. "Sembra banale, ma in realtà non lo è. Siamo sempre pronti a criticarci per questo o quel difetto fisico, per non essere ‘come vorremmo essere’. E molto spesso questa sorta di altalena psicologica fra ‘quel che si è’ e ‘quel che si vorrebbe essere’, si manifesta anche all'esterno, influenzando i nostri rapporti. Il fascino è una forza attrattiva che promana dall'intera persona, è la rivelazione dell'inconfondibile unicità dell'individuo e della sua storia. Ecco che allora l'unico modo di esprimere naturalmente il proprio charme è la scoperta, l'accettazione e l'espressione di ciò che ci rende noi stessi. Noi trasmettiamo quello che siamo e quello in cui crediamo. È per questo che si può più facilmente sedurre quanto più ci si sente liberi di giocare con se stessi, in spontaneità e autenticità. Come dice ancora Baudrillard, "seduciamo anche con la nostra fragilità, e mai con poteri e segn forti. È questa fragilità che noi mettiamo in gioco nella seduzione, e che le conferisce la sua potenza". E alimentata dal mistero, tocca gli altri nelle loro aspettative, speranze, e talvolta persino paure inconsce.

P.S. e C.T.


"La seduzione comincia dalla risata..." Silvana Borile, counselor della innovativa tecnica di Voice Dialogue in arrivo dall'America, spiega ad Affari cosa significa sedurre e svela alcuni consigli per trovare o ritrovare la sensualità. "Attenzione al mito del perfezionismo e a porsi troppi problemi su quello che dice la gente. Paragonarsi di continuo fa male al sex appeal". La seduzione sarà l'argomento di un seminario che si terrà a Pescara (1-2 marzo), a Milano (8-9 marzo) e a Sesto S. Giovanni (Milano) (19-20 aprile). Il Voice Dialogue, la psicologia dei sé, è stato creato negli USA negli anni '70 ed è uno strumento estremamente originale e flessible di autoconoscenza per comprendere il mondo in cui si esprimono corpo e mente. "La seduzione non è legata esclusivamente alla vita sentimentale, è in senso lato la capacità di attrarre le persone nella vita di tutti i giorni: nei rapporti sociali, nel campo delle amicizie e della professione. Non ha a che fare con la bellezza, ma è un'arte legata ad altre qualità".

Qualità come...
"Prima fra tutte la sensualità. Un'onda energetica particolare in grado di creare connessione tra le persone e rendere seducenti. Il rapporto di seduzione è il nostro primo rapporto con il mondo, avviene con il sorriso. È il primo mezo per comunicare con il neonato che non tarda a servirsene a sua volta. Tutti i bimbi si servono della seduzione per ottenere ciò che desiderano e per farsi amare".

Quali sono gli "atteggiamenti" più seduttivi?
"Il primo è la qualità energetica, ossia la sensualità, ossia "quel certo non so che" che una persona che attrae trasmette. Poi anche semplicemente la risata . Disinibisce e facilita il rapporto con l'altro. la persona che riesce a far ridere ha maggiori possibilità di conquista. Poi lo sguardo: è l'espressione intima e intensa delle proprie doti, quindi un eccellente veicolo di seduzione. Anche la voce ha il prorpio potenziale seduttivo. Una voce bassa, profonda è seducente e nasce dalla capacità di rilassarsi, respirare profondamente".

E seduzione non coincide anche con la bellezza? I media passano talvolta questo messaggio...
"Sì, la pubblicità spaccia la bellezza per seduzione per promuovere le vendite, spinta innumerevoli strutture: chirurgia estetica, trattamenti, massaggi, prodotti per capelli viso e corpo... Un impero che ha un must: far credere che la belleza stia alla base della capacità di conquistare e avere successo! Cadere in questa trappola rende perennemente frustrati e la frustrazione ahime è l'antitesi della seduzione. Certo la bellezza può aiutare ma non è indispensabile perchè la seduzione è soprattutto un fenomeno interiore che si sottrae ai cliché della moda del fisico e dell'età.

Quindi al seduzione è... un modus vivendi...
"La seduzione è un modo d'essere. Parte dalla capacità di capire le esigenze dell'altro, saper ascoltare, parlare di ciò che lo interessa, dargli importanza, in una parola gratificarlo, fa sì che questa persona si interessi a noi e sia contenta di stare in nostra compagnia. E poi per sedurre occorre piacersi, aver fiducia in sé stessi: la sicurezza è molto attraente!".

Quali sono i peggiori nemici della seduzione?
"Il sesso frettoloso, poco alimentato dal piacere in generele, il senso di colpa e di peccato, il mito del perfezionismo che inibisce il calore, l'espressività e la creatività e... porsi troppi problemi su quello che dice la gente, confrontarsi di continuo con gli altri".

Lei lavora sul Voie Dialogue, di cosa si tratta esattamente?
"Il Voice Dialogue, la psicologia dei sé, è stato creato negli USA negli anni '70 da Hal e Sidra Stone, una coppia di psicoterapeuti che attraverso la loro esperienza umana e clinica ne hanno fatto uno strumento estremamente originale e flessibile di autoconoscenza, percorso interiore e coprensione dei nostri rapporti. Il Voice Dialogue parte dal presupposto, comune a diverse correnti psicologiche (Psicosintesi, Analisi Transazionale, Gestalt), che ognuno di noi è costituito da diverse parti , o aspetti psicologici, che possiamo definire sub-personalità, o "energie" o, appunto, "sé". Ognuno di questi sé che ha voce dentro di noi, ha una sua vita autonoma vera e propria, con desideri, tendenze, bisogni, schemi di pensiero, comportamenti diversi e riflessi visibili anche sul piano fisico. Le sedute di Dialogo ci aiutano a diventare più consapevoli e naturali con noi stessi e con gli altri".


Che cosa ci rende irresistibili? La capacità di comunicare il proprio appeal, che nasce soprattutto da dentro.

Corpo di velluto, sguardo di fuoco... Nelle immagini che evocano seduzione, la grammatica dei sensi non lascia dubbi sulle radici fisiche di quella energia che attrae una persona verso l'altra. Ma si può andare oltre. Dietro l'appeal - non solo erotico - c'è infatti un'emanazione potente ma sottile, un fluido che avvolge l'altro e lo conduce verso di noi (dal latino se-ducere), sviluppando un gioco di dinamiche psichiche che superano la matrice biologica dell'attrazione. Certo, per la sopravvivenza delle specie tuttti gli animali sono "incorreggibili seduttori", ma nell'essere umano questa urgenza procreativa è gradualmente retrocessa. Oggi, oltre al richiamo degli ormoni c'è quello delle emozioni e dei pensieri, in un intreccio di fattori psico-neuro-comportamentali che, se ben gestiti, possono facilitare le relazioni anche in campo professionale e sociale.

Un'attitudine innata

Il rapporto di seduzione è la nostra prima relazione con il mondo: il neonato conquista la mamma sfoderando un tenero sorriso. "Il piccolo impara molto presto che quando sorride ha un ritorno positivo", spiega la bioterapista Silvana Borile, che tiene in tutt'Italia seminari dedicati al sedurre. "Fin da bambini sappiamo che un modo di fare "carino" crea una situazione accattivante, un'atmosfera capace di conquistare chi ci sta attorno. Tuttinasciamo con l'arte innata della conquista, ma crescendo spesso la dimentichiamo, condizionati dall'educazione e dall'ambiente. La nostra cultura, infatti, ci abitua a pensare che per essere attraenti dobbiamo esserebelli. I media propongono corpi perfetti, supporto indispensabile al successo. In realtà, chi abboccaa questo amo ha buone probabilità di diventare una persona insoddisfatta e di vivere in uno stato che è l'esatta antitesi della seduzione". La bellezza aiuta, ma non è certo indispensabile: la capacità di attrarre è soprattutto un fenomeno interiore. Cosa fa scattare questo clic? A volte basta una parola, uno sguardo, una frase inaspettata. Perché parte una vibrazione che avvolge gli altri e li calamita verso di noi, in modo quasi inspiegabile.

La carica di afrodite

Hal e Sidra Stone, psicoterapeuti americani fondatori della psicologia del sé, definiscono questa forza "energia afroditica": un'ondata che investe l'insieme del corpo e della mente, una vibrazione sottile che ci rende irresistibili. "L'energia di Afrodite? È nel magnetismo dello sguardo, nella profondità suadente della voce, nel senso di piacere emanato dal corpo di chi vive con pienezza e sensualità anche i piccoli gesti quotidiani: accarezzare un oggetto, annusare un fiore, lasciarsi colmare dalla luce di un tramonto...", dice Borile. "Attorno a queste persone è come se aleggiasse un campo magnetico, qualcosa di misterioso che, in realtà, fa del patrimonio di cui ci ha dotati - tuttti indistintamente - madre natura. Lo scritttore Fernando Pessoa diceva che "dentro siamo in tanti": la nostra personalità è un insieme di "io" diversi, di personaggi che competono per un ruoo da protagonista nel copione della vita. Tra questi ruoli ci sono anche quelli della seduzione, spesso sepolti sotto le coltri dell'inconscio nel nome di una "ragionevole" asetticità quotidiana. Ebbene, l'energia di Afrodite appartiene a questo aspetto sepolto del nostro essere".

Fascino consapevole

Superata la fase iniziale, però, sia nei rapporti d'amore che in quelli amicali e professionali, per continuare ad esercitare fascino bisogna essere affascinati in primo luogo da se stessi. "Chi conosce e ama i propri punti di forza, li fa apparire attraenti anche agli altri", dice Silvana Borile. "Queste persone hanno un appeal che nasce da dentro e viene nutrito giorno per giorno da autostima e autocontrollo. Certo, non è semplice trasformarsi in individui così "centrati", ma ci si può esercitare riproducendo certi comportamenti-chiave: respirare in modo calmo, profondo e lento, per esempio, rafforza l'energia afroditica. Lo stesso succede se si parla con voce calda e morbida: una voce "di pancia" calamita laltro, mentre una voce di gola viene percepita come irritante e associata alla paura e all'ansia. La voce di petto è ok quando si lavora, ma può risultare troppo piatta o aggressiva; va evitata anche in ambito professionale se l'obiettivo è catturare l'animo di chi ascolta". E se la situazione sfugge di mano? Fermarsi per ridimensionare ciò che sta succedendo, prima di tuttto, e comprendere il punto di vista dell'altro. Perché il segreto è questo: padroneggiare le tempeste significa trasmettere un senso di sicurezza che si espande all'esterno, avvolgendo in modo seducente chi ci sta attorno.

Grazia Pallagrosi



Magnetici? Con un coach

Sedutttori si diventa anche emulando le strategie dei grandi comunicatori. Non a caso, negli ultimi 50 anni si sono sviluppate scuole di executive coaching che insegnano agli uomini d'azienda come si seduce un cliente e si attraggono partner professionali. Nel libro "Manuale della seduzione", il coacher Giacomo Bruno rivela un po' di segreti del fascino in carriere: tecniche di PNL (programmazione neurolinguistica) per migliorare la sicurezza in se stessi; tattiche che aiutano a fare una buona "prima impressione"; trucchi per trasformare la timidezza in mistero; giochi di prestigio verbale che fanno cambiare opinione agli altri.

Utilizzate per "vedersi bene" nell'agguerrito mondo del lavoro, queste tecniche partono da un unico presupposto comune: nel momento in cui entriamo in rapporto con una persona le comunichiamo qualcosa, anche restando in silenzio. Per suscitare simpatia, ciò che importa è comunicare positivo, ascoltando l'altro e cercando di entrare in empatia con lui. "Anche nei nostri corsi non aziendali si insegnano tecniche di rilassamento che aiutano a sviluppare maggiore equilibrio", dice la bioterapista Silvana Borile. "Si eseguono esercizi di meditazione creativa, durante i quali gli allievi entrano in contatto con entrambe le parti di sé - quella maschile e quella femminile - per risvegliare la propria naturale carica di sensualità e magnetismo. Infine si ridà peso al sorriso, riscoprendone il potere seduttivo. Sorridere all'altro significa dirgli: "Sono contento, mi piace stare con te", e creare un ponteche favorisce la cosiddetta sincronizzazione motoria. Tra il seduttore e il sedotto si stabilisce una simmetria dimovimenti: se uno accavalla le gambe, lo fa anche l'altro, se sono seduti a un tavolo, assumono la stessa postura, se uno parla, l'altro annuisce ancor prima che finisca la frase".

Silvana Borile




Ogni notte ne facciamo più di uno, anche se spesso non li ricordiamo.
Fu Freud il primo a intuire la loro potenzialità nell'ambito della psicanalisi.

I sogni, se interpretati, possono essere molto utili in quanto ci danno informazioni che non ci sono disponibili nella vita da "svegli". Tutti sognano, è un'attività psichica comune a tutti i mammiferi (quindi anche il vostro gatto e il vostro cane lo fanno), chi sostiene di non sognare, semplicemente non se ne ricorda. È più facile che lo ricordi chi è fantasioso e creativo, ossia chi usa molto l'emisfero cerebrale destro; quando c'è una prevalenza dell'emisfero sinistro, legato alla logica e alla razionalità, c'è più difficoltà a ricordarsi i sogni. È stato constatato che praticare tecniche di rilassamento, tipo il Training Autogeno, aiuta a ricordare i propri sogni. Si fanno più sogni ogni notte e sembra che in un anno si arrivi a farne più di mille. È stato verificato che se si impedisce a una persona di sognare, per esempio svegliandola ogni volta che entra nella fare REM (la fase del sonno durante la quale gli occhi compiono dei rapidi movimenti), si crea uno squilibrio psicologico, con aggressività ed irrequietezza. Il sogno ha una funzione informativa, diagnostica, terapeutica compensatoria, riflette ciò che ci accade, completa ciò che è in sospeso, "ripulisce" le energie, ci avverte, ci ricarica. I sogni portano di notte energie, aspetti della nostra personalità che abbiamo inconsapevolmente represso, rinnegato, e che invece sono necessari per il nostro equilibrio psichico. Ci presentano insomma le nostre parti "dimenticate". C'è un gruppo di sogni cosidetti "tipici" dove compaiono frequentemente alcuni simboli che possono avere più significati: sarà il contesto del sogno, i suoi particolari e le circostanze della vita a definire l'interpretazione più corretta.

VOLARE: Esprime il desiderio di allontanamento dalla propria vita consueta e il desiderio di una elevazione, economica, professionale, sociale o anche spirituale.

CADERE: Può rivelare il timore di un fallimento, la perdita di controllo di una situazione, angoscia e insicurezza.

SOSTENERE UN ESAME: È il tipico sogno che si fa alla vigilia di un difficile compito in cui si teme di fallire. Ci si sente messi alla prova in un ambito della propria vita e si teme di non essere all'altezza.

PERDERE I DENTI: Hanno il compito di afferrare e triturare il cibo per adeguarlo ai bisogni del corpo, denuncia uno stato di calo di vitalità e una sensazione di impotenza. Se però si tratta dei denti da latte, segnala il passaggio a un nuovo stadio di vita o una personale crescita.

ESSERE NUDI: Fa trapelare il desiderio di essere se stessi, genuini e spontanei, senza travestimenti. Può anche significare un bisogno di libertà e di esprimere qualità ancora non riconosciute dagli altri. Oppure corrispondere a un senso di disadattamento nei confronti del mondo esterno.

CORRERE: Sono sogni accompagnati in genere da angoscia, non si riesce a muoversi o solo troppo lentamente, si cerca di sfuggire ad un pericolo. Qui ci troviamo di fronte a un periodo faticoso, con paure e incertezze e fragilità psicologica.

IL VIAGGIO: Simboleggia la ricerca di qualcosa o il desiderio di cambiare, di migliorarsi o la fuga da qualcosa che non piace.

IL DENARO: Rappresenta un patrimonio interiore ossia delle risorse psichiche. Trovarlo significa scoprire valori personali di cui si era all'oscuro. Perderlo segnala una perdita di valori, non necessariamente negativa, se sono vecchi e superati; anche qui il contesto del sogno ci guida.

GLI ANIMALI: Ci segnalano degli aspetti interiori istintuali che vogliono essere riconosciuti e integrati nella nostra personalità; applicarli nella nostra vita può voler dire avere a disposizione nuove vitali risorse.

Ricorrenti e guidati

I simboli che tornano più volte nel nostro spazio onirico, ci invitano a prendere in considerazione i temi a essi collegati, per il nostro benessere. Una particolare segnalazione va al sogno giudato: si tratta di una interessante tecnica di meditazione creativa che fa entrare in contatto con delle parti di noi, che potremmo definire i sé alleati e che ci aiutano a risolvere problemi e a raggiungere alcuni obiettivi, oltre ad aumentare la fiducia in noi stessi. Dopo una iniziale fase di rilassamento (da svegli ci si porta in uno stato di totale tranquillità), si viene guidati da un counselor o da uno psicologo che propongono di visualizzare mentalmente uno specifico simbolo. La finalità è di pilotarci verso la manifestazione delle nostre potenzialità.

La scoperta del sogno come interpretazione della psiche

SIGMUND FREUD
Aveva constatato che più i suoi pazienti erano lasciati liberi di esprimersi più parlavano dei loro sogni, come se intuissero che a essi erano legati i problemi che li opprimevano. Dalle sue osservazioni dedusse che il sogno era una via d'accesso al mondo inconscio e ne introdusse l'interpretazione nella terapia psicanalitica.

CARL GUSTAV JUNG
Allievo di Freud, si scostò dall'interpretazione freudiana contestandone la riduzione a motivazioni quasi esclusivamente sessuali, affermando che i sogni sono il simbolo anche di contenuti più ampi ed elevati. Sono rappresentativi non solo dei sé individuali ma anche di quelli collettivi, gli archetipi, che quindi influenzano la nostra realtà.

FREDERICK PERLS
Psicologo tedesco ideatore della terapia Gestalt, vede il sogno come via per l'integrazione personale. Sostiene che le immagini oniriche sono parti della personalità del sognatore e ha ideato un singolare sistema di interpretazione: la tecnica del dialogo. Ci si siede davanti a una sedia vuota e si fanno parlare i vari simboli, trasferendosi sulla sedia vuota e assumendo man mano il ruolo dei personaggi o degli elementi comparsi nel sogno. Questo pratico ed efficace metodo di interpretazione è stato raccolto da Hal e Sidra Stone, ideatori del Voice Dialogue, la psicologia dei sé e lo hanno arricchito del concetto dei campi energetici dei vari sé interiori, che rende più immediata l'interpretazione dei vari simboli del sogno.

Silvana Borile


Lingerie trasparente, tacchi a spillo e labbra carnose contano poco.
Nel gioco della seduzione sono il modo di parlare e il timbro vocale a stimolare i sensi e suscitare (o meno) un'irresistibile attrazione.
Ecco come colpire nel segno.

Dicono che sia il nostro biglietto da visita. E in effetti non c'è dubbio che la voce sia rivelatrice della personalità di un individuo, dei suoi stati d'animo, del suo modo di pensare. Oltre che strumento principale di comunicazione è anche un mezzo di seduzione. "La voce nasce dalla profondità del nostro corpo e parla di noi molto più di quanto non facciano le parole che usiamo. Di una voce ci si può innamorare anche senza vedere il volto della persona", dice Sandro Rossi, attore e fondatore dell'agenzia di comunicazione Mosè e Aronne. Negli Stati uniti c'è chi è disposto a versare da 100 a 225 dollari per ogni sessione di restyling vocale presso un allenatore della voce. E non si tratta di attori né di avvocati: persone che parlano in pubblico per professione. Bensì di uomini e donne qualsiasi, decisi a rendere la voce più adeguata a se stessi.

Emozioni in sintonia

Ma com'è una voce "irresistibile"? "Non c'è un'unica voce e non esistono voci più o meno belle contrariamente a quanto si crede", spiega Maria Rita Ciceri, del Centro di psicologia della comunicazione dell'Università Cattolica di Milano, autrice di uno studio sulla seduzione della voce. "Ottiene risultati migliori non quella bassa, sexy, ma la voce che comunica empatia. In pratica, quella in grado di adeguarsi alle emozioni del partner, la voce capace di abbassarsi o di elevarsi a seconda degli stati d'animo dell'interlocutore". Pronunciare le parole a raffica con intonazioni squillanti viene generalmente considerato prerogativa di una personalità estroversa, socialmente orientata. Ma in una situazione più intima può irritare. Meglio una musicalità fatta di pause, respiri, parole. Un trucco per riuscirci? "Lasciarsi andare al ritmo di lui, seguire il percorso vocale dell'altro in una specie di gioco dell'imitazione", spiega l'esperta. "Se il partner abbassa la voce, il tono va smorzato di riflesso, ma se il ritmo cresce, il tono deve ritornare forte e brillante. Il segreto è condividere le emozioni".

Il tono giusto si impara

Prima ancora delle parole, il tono della voce. "Gli uomini reagiscono sempre bene a un timbro caldo, a un tono rassicurante e dolce", dice Silvana Borile, counselor e insegnante di tecniche di seduzione vocale a Milano (telefono: 02.8376761). "Modi e gesti per sedurre possono essere appresi e utilizzati con naturalezza, lavorando sul diaframma, l'addome e le corde vocali", continua Silvana Borile. "Nei miei corsi si comincia con esercizi di distensione e respirazione. Si continua, poi, con ripetizioni di vocali, emesse verso la fine dell'espirazione. Il suono che ne esce non è carico di energia aggressiva e incisiva, ma morbido, scivoloso. Contiene una nota di inafferrabilità e una di dolcezza che per il nostro partner funzionano da calamita. Una volta apprese queste tecniche, propongo di passare al canto degli armonici. Sono esercitazioni indispensabili per riscoprire la propria energia amorosa che si trasforma in voce".

Di che voce sei?

VOCE ESILE (thinness): Tipo Sandra Milo o Jervolino. Viene associata nel parlato femminile a persone fisicamente, emozionalmente immature, tuttavia dotate di senso dello humor e molto sensibili.

VOCE ASPIRATA (breathtinness): Nelle donne è associata a caratteristiche di giovialità e di femminilità, l'aspirazione viene percepita come propria di una donna effervescente, nella voce maschile richiama aspetti di creatività.

VOCE PIATTA (flatness): Per entrambi i sessi è legata ad attribuzioni di mascolinità e freddezza è prerogativa di persone scostanti.

VOCE NASALE (nasality): È associata a pigrizia e noiosità.

VOCE ALTISONANTE (orotundity): Chiara e forte viene considerata propria di un uomo energico, sofisticato, orgoglioso e leader, nelle donne è associata ad una persona gregaria, anche se briosa con spiccato senso estetico.

VOCE GUTTURALE (throatiness): È associata allo stereotipo dell'uomo maturo, sofisticato, curato nell'aspetto e dotato di realismo. Nelle donne, all'opposto viene associata a scarsa femminilità e rozzezza. Oltre che a poca intelligenza e sensibilità.

Le tre fasi di Casanova

Durante il flirt, la voce maschile attraversa 3 fasi:

  1. Nella prima la voce è brillante, acuta: istintivamente è sintonizzata per farsi notare;
  2. Nella seconda la voce diventa più calda, bassa e grave per favorire la reciproca conoscenza e l'intimità;
  3. Nella terza ed ultima fase ritorna brillante: è la voce del saluto dell'arrivederci.

Maria Angela Masino


Due giorni per conquistare la fiducia in se stessi.
La terapista: affascinanti si diventa.

Se-durre. Si intitola così il corso che si terrà nel weekend al Centro di Terapie Naturali di via Galilei 6. Se-durre, cioè condurre a sé, interessare gli altri partendo da noi, dalla consapevolezza dei nostri limiti fisici e psicologici e dalla comprensione dei punti di forza sui quali fare presa per essere sensuali. Una due giorni per imparare a risvegliare il proprio naturale magnetismo, per conquistare gli altri sentimentalmente e in ogni aspetto della vita. "Io non parlo della seduzione da reggicalze", esordisce Silvana Borile, la counselor di Voice Dialogue e bioterapista che condurrà il seminario. "Gli studenti acquistano sicurezza, si avvicinano alla propria energia, a quel campo magnetico che crea una vibrazione tra uomini e donne, attraendo gli uni alle altre. La capacità di essere seducente servirà nel lavoro, in famiglia, nel sociale". La bellezza pare che non c'entri. Questa arte antica è fatta di sorrisi, risate, sguardi, voce respiro, ascolto e danza. "I magnifici sette - prosegue Silvana Borile -, così li chiamo io. Sono alcuni degli aspetti della personalità che vanno potenziati attraverso esercizi ed allenamento. Per diventare affascinanti si passa per il potere seduttivo di un sorriso, di un'occhiata intensa, del nostro tocco sull'altro, che fa dare e provare emozioni". A queste lezioni insegnano che non esistono persone brutte, ma solo individui che non hanno fiducia in se stessi e che sono rinchiusi in una personalità limitata. "Un tempo - confessa la Borile - questi incontri avevano per titolo "Comunicare con l'energia personale". Bè, lo sa che in quel modo nessuno mi prestava attenzione? Ho cambiato registro e sono passata a "L'arte della seduzione", e si è subito creato interesse. Prima si iscrivevano quasi esclusivamente donne, ora ho circa il 50 per cento di partecipazioni maschili". "Tutti hanno insicurezze - conclude -, impedimenti che rendono difficile fare conquiste, ma anche vivere bene. Le persone che non si amano sono frustrate e non sanno farsi accettare dagli altri". Una crescita interiore, autocoscienza che migliora anche la vita di coppia o il rapporto conflittuale con i genitori. Per saperne di più: www.silvanaborile.it.

Barbara Silbe


II dibattito sull'esistenza o meno dell' "uomo perfetto per noi" è un tema che ci appassiona fin dall'adolescenza. L'incontro con un'esperta del tema ci ha sfatato une dei più grandi miti romantici, ma ci ha anche permesso di ritrovare la speranza...

Lo inseguiamo per una vita. Il sogno dell'anima gemella, dell'altra metà della mela che corrisponde esattamente alla nostra parte mancante. Se siamo single scontente di esserlo, per tirarci su, ci con vinciamo che da qualche parte esiste l'uomo chi corrisponde perfettamente a noi, e che prima o poi il DESTINO ce lo farà incontrare. Lui sarà l'UNlCO, il SOLO che ci potrà rendere FELICI. Per SEMPRE. Se stiamo per sposarci invece siamo convinte che l'uomo della nostra vita sia LUI, il bel ragazzo che stiamo per portare all'altare. Se siamo SPOSATE da tempo e il rapporto è un po' logoro pensiamo che forse lui non era l'uomo giusto e il nostro treno l'abbiamo perso o forse... chissà, magari ha accumulato un po' di ritardo e deve ancora passare.

Fine di un mito e nuove prospettive

La prima cosa da fare per riprendere il polso della situazione è acquisire questa unica grande certezza: il principe azzurro NON esiste. Non esiste una persona con cui tutto possa sempre essere rosa e fiori senza il minimo sforzo. Non ne facciamo una questione di "tempi che cambiano", semplicemente non è mai esistito. "I matrimoni di una volta, a differenza della maggior parte di quelli celebrati oggi, duravano nel tempo semplicemente perché vi erano delle rigide regole sociali, non certo perché gli uomini o le donne/fossero diversi", spiega Silvana Borile, counselor di Voice Dialogue. Abbiamo deciso di rivolgerle qualche domanda su questo tema che tanto ci interessa perché proprio lei è l'ideatrice di un seminario che si intitola "Il partner giusto". "Il partner giusto esiste", spiega Silvana, "anzi esistono, perché sono tanti". Tutto sta nel riuscire ad incontrarne almeno uno, direte voi. L'impresa non è impossibile. Non si tratta di essere fortunate o sfortunate. Tutto è nelle nostre mani. Il primo, fondamentale passo lo dobbiamo fare proprio verso noi stesse. "Per sapere quali sono le caratteristiche della persona con cui una relazione d'amore ha più probabilità successo è necessario individuare i propri bisogni".

Conosci te stesso

Per il solo fatto che conviviamo con noi stessi 24 ore su 24 diamo per scontato di conoscerei, ma non è così. "Ciascuno di noi non conosce di sé che una minima parte. Nella migliore delle ipotesi un 10%. Il resto sono aspetti della nostra personalità che sono sommersi, rinnegati nel nostro profondo", spiega Silvana, "ma per riuscire a capire ciò di cui abbiamo bisogno, e quindi la persona che potrebbe corrispondere al nostro partner ideale, dobbiamo esplorare queste parti nascoste di noi". Anche in questo ambito quindi, come in tutti gli altri della vita, non ci si può lasciar guidare solo dall'istinto. "Ci vuole COMPETENZA", continua Silvana, "nella fase della ricerca bisogna individuare i propri punti di forza per saperli evidenziare al meglio. Quando la relazione è avviata invece, la conoscenza degli aspetti del proprio carattere che possono giocare a suo favore o sfavore permette di farla durare nel tempo".

Universi paralleli

"Quando un bambino viene alla luce è completamente indifeso, per lui la mamma è l'universo, tutto ciò di cui ha bisogno in quel momento lei glielo può dare", spiega Silvana, "bisogna pensare che i maschiA? in quella fase vengono accuditi e nutriti dal loro complementare: una donna. Quell'esperienza fornirà loro nutrimento per tutta la vita. Per la donna non è lo stesso. Una donna viene accudita da un'altra donna e per tutta la vita ricercherà la completezza". Questa diversa prospettiva fa vivere una relazione, ma anche un semplice incontro, in maniera molto differente. Se un uomo incontra una donna e trascorre insieme a lei una bella serata penserà che è stato UN BEL MOMENTO. La donna che ha trascorso con lui la serata comincerà già a pensare che potrebbe essere PER TUTTA LA VITA. Da cui deriva poi il senso di disfatta e la grande delusione quando le sue aspettative non trovano realizzazione. Spesso noi donne carichiamo le relazioni di TROPPE ASPETTATIVE. "Affamate d'affetto ci poniamo nei confronti del partner come delle figlie bisognose", spiega Silvana, "ma questo è il presupposto per un fallimento della vita sessuale e di coppia". Le lunghe ed estenuanti attese di una telefonata, di un messaggio o di un gesto d'affetto sono un tipico esempio di questo atteggiamento. Imparare a VOLERSI BENE e a prestare attenzione ai propri bisogni è una strada per liberarsi da questa dipendenza. Una strada che porta al raggiungimento di un equilibrio interiore. Questo equilibrio ci da stabilità e forza e, oltre a migliorare notevolmente la qualità della nostra vita in tutti i suoi aspetti, permette di evitare di imbattersi in continuazione in rapporti difficili e dolorosi.

Il nostro passato

Ciò di cui si ha avuto esperienza da bambini, specie nel rapporto con i propri genitori, lascia in ognuno di noi un segno profondissimo che ci accompagnerà per tutta la vita. Uno dei punti del seminario condotto da Silvana Borile consiste proprio nell'individuare quali sono state le qualità che più abbiamo amato nei nostri genitori e quali quelle che avremmo voluto avessero. Entrambe le categorie conterranno delle caratteristiche che cercheremo nel nostro partner ideale.

Barbara Dalla Libera


Tutti parlano d'amore, ma pochi conoscono il significato vero di questo sentimento e trovare il partner giusto è diventato più difficile. "Per amare qualcuno", spiega la studiosa Silvana Borile, "bisogna amare prima di tutto se stessi".

Quando viene l'estate chi è solo, spesso, si aspetta che la bella stagione debba regalargli qualche opportunità in campo sentimentale, un incontro fortunato e, magari, perfino, lo sbocciare di una nuova promettente storia. Ma non sempre il sogno si avvera. E che sia estate o inverno i problemi dei mal di pancia dell'amore restano tali e quali. C'è chi si innamora continuamente. Chi aspetta all'infinito di incontrare l'uomo o la donna giusti. Chi si innamora della persona sbagliata. Chi non c'è verso che trovi uno straccio di partner, giusto o sbagliato che sia... Ebbene, su quello che da sempre è il dilemma assoluto nella vita delle persone, l'amore e la ricerca dell'anima gemella, Silvana Borile, bioterapista e consulente del metodo di riequilibro energetico "Voice dialogue", ha parecchio da dire... "Si studia e si specula su ogni disciplina e scienza, ma si trascura la materia più importante per la vita dell'essere umano. Una materia che andrebbe insegnata a scuola come l'alfabeto, cioè, l'amore e le relazioni tra le persone", spiega Silvana. "Sulla base di un efficace approccio, messo a punto negli Stati Uniti da Hal e Sidra Stone, chiamato Voice Dialogue, tengo sedute individuali e organizzo incontri di gruppo sull'argomento. A giorni inizia una vacanza-seminario sul tema della seduzione, a settembre, gli incontri sul partner giusto".

Silvana, esiste un modo giusto per imparare a sedurre?
"Per piacere bisogna innanzitutto piacersi, avere un buona stima di se stessi. Per aumentarla, propongo alcune pratiche su cui lavorare, che sono: il sorriso: primo fattore per essere attraenti; la risata aperta: aiuta a migliorare il proprio umore e quello di chi ci interessa; lo sguardo: deve essere intenso e diretto, mai ammiccante; la voce: va educata, i toni più bassi e profondi, sono, per esempio, quelli che colpiscono l'altro direttamente al cuore; il respiro: più si riesce a respirare bene, più si controlla l'emotività e la paura; l'ascolto: ascoltare l'altro, interessarsi davvero a ciò che dice; la danza: aiuta a sciogliere la propria emotività e il corpo".

Al di là della ricerca del partner, c'è il problema di far durare la coppia...
"La coppia può durare a lungo (in una situazione di benessere affettivo che deve valere per entrambi), solo se tutti e due accettano di mettersi in discussione, di fare un percorso di ricerca e crescita per se stessi. Quando esiste un malessere nella coppia, al di là di problematiche oggettive, per esempio, di ordine economico, la ragione va ricercata prima di tutto in se stessi. Si può amare, mettersi in relazione con l'altro, se si ha stima di se stessi, se, in altri termini, ci si ama, ci si rispetta e ci si accorda fiducia".

"Questa è la condizione base per costruire relazioni durature sul piano sentimentale, ma anche su altri piani: nell'amicizia o nel lavoro", continua Silvana. "Come si vede, i problemi che si affrontano sono diversi e profondi. Sembra impossibile che un seminario basti a produrre un cambiamento nella persona, a farla diventare più sicura di sé e più consapevole dei propri bisogni, eppure è così. Il nostro metodo attiva un'energia tale da far emergere veramente nuove forze, fondamentali a modificare il modo di porsi nel mondo. Poi, ci sono i compiti a casa. Perché se nei nostri incontri si sprigionano nuove forze e si raggiungono delle mete di coscienza importanti, poi, bisogna proseguire il cammino, andare avanti e solidificare queste posizioni. La lingua dell'amore non è difficile, ma", conclude Silvana Borile, "non bisogna mai smettere di studiarla e allenarsi ogni giorno un poco".

Marina Di Leo


Adesso che con i trattamenti che vi abbiamo proposto avete un corpo tonico e scattante e un viso fresco e luminoso, è il momento di pensare alla psicologia. Della seduzione, ovviamente. Quindi, niente spogliarelli o reggicalze, ma più sicurezza in se stesse e maggiore autostima. Che aiutano, eccome, nei rapporti con gli altri, anche con gli uomini. Ecco il corso giusto. Provato per voi (con successo) in un weekend. Mi chiamo Anna. 37 anni, altezza 1,70, 60 chili, lineamenti regolari. Insomma, sono normale. Eppure da 48 mesi non ho uno straccio di fidanzato. Cos'è che non va? Non saprei. Il primo amore mi ha lasciata alla vigilia del matrimonio, poi sono stata vittima di numerosi "mordi-e-fuggi" e l'ultimo uomo con cui ho avuto una storia mi ha mollato dicendo che mi amava, ma non si sentiva pronto a formare una famiglia (a 44 anni ?!?). Forse è tutta colpa mia. Dovrei essere più seduttiva, bisogna attrarre l'altro verso di sé (se-ducere), invece che stendersi come un tappetino come spiega il volantino che mi ha passato un'amica. C'è un numero di telefono. Chiamo e fisso le tre sedute.

Venerdì 5 maggio

Eccomi qua, in tuta e calzini, con altre 5 donne che hanno deciso di frequentare il corso di seduzione. Patrizia e Silvana, le due psicologhe-insegnanti, non sono la versione new age di Pixie la Rouge. Insomma, qui nessuno mi proporrà spogliarelli di sorta. Meno male! Silvana chiarisce l'obiettivo del corso: imparare a valorizzare se stessi nel rapporto con l'altro. Un percorso verso l'autostima, perché se ti piaci, piaci. Invece spes-so siamo noi i peggiori giudici di noi stessi. Lo capisco eseguendo il "voice dialogue": una tecnica in cui imparo a dar voce ai miei diversi sé. Siamo un piccolo esercito di Io: l'Io che ci protegge, quello che ci giudica, l'Io adulto, quello bambino... Consapevoli dei sé che ci guidano, siamo inconsapevoli di altri che ci influenzano in modo sotterraneo, bloccandoci nell'autorealizzazione.

Sabato 6 maggio

Lavoriamo sui condizionamenti neuroassociativi: per-corsi emozionali che si formano nell'infanzia e da adulti ci incatenano alle stesse reazioni negative. Immaginiamo la linea del tempo, lunga come la nostra vita, e torniamo indietro fino a rivivere episodi in cui siamo stati disillusi, rinnegati o rifiutati. Dobbiamo concentrarci sulle nostre qualità: penso alla mia capacità di capire gli altri, un pregio che non emerge perché sono timida. Lo immagino come una bolla di sapone piccola, che gradualmente diventa grande. E' una tecnica per potenziare i propri talenti, spiega Patrizia. Nel pomeriggio diamo la caccia alle autoconvinzioni negative e, con tecniche di riprogrammazione, le sostituiamo con pensieri positivi. L'esercizio si svolge in 6 step: alla fine, l'autostima prevale sui sentimenti di inadeguatezza e ognuno si porta a casa una immagine di sé più forte.

Un mese dopo

L'effetto enpowerment resiste. Certo, non riesco a considerarmi una dea, ma so che ho delle doti magnifiche e vivo le relazioni con serenità. Non ho incontrato l'anima gemella, ma ho nuovi amici e non sono invisibile. Agli uomini risulto più interessante, un po' per la mia sicurezza, un po' per quel po' di riserbo che li attrae. Senza mettermi il reggicalze.

Quando farlo

Quando non si è soddisfatti della qualità del rapporto con gli altri. E non solo se si è single: la seduzione migliora anche la vita di coppia.


Potenzialmente lo siamo tutte... Basta imparare a contare sui propri punti di forza, mettendo da parte l'eccessiva autocritica. Ce lo dicono due esperte che insegnano a tirare fuori il meglio di sé

Humor, sorriso, sguardo, voce, respiro, ascolto e danza. Prendete nota, questi sono i "magnifici sette" della seduzione. Se siete in grado di utilizzare tutte le vostre qualità in questi campi nessuno vi potrà resistere. Non ci credete? Chiedetelo a Patrizia Rottigni e Silvana Borile, loro da anni tengono dei corsi in cui insegnano la seduzione... e per seduzione non si intende solo la capacità di "irretire" l'uomo dei propri sogni, ma anche, più semplicemente la capacità di piacere agli altri (sedurre significa letteralmente "portare a sé"), di instaurare un rapporto di scambio positivo con chi ci sta di fronte, in qualsiasi situazione.

L'importanza di piacere

A quanto pare ad aver bisogno di una mano in questo campo siamo in molte. A Silvana e Patrizia si rivolgono principalmente manager, dirigenti, ma anche studenti, aspiranti attori e cantanti. Tutte persone impegnate in ruoli cui la capacità di piacere agli altri è elemento fondamentale per il successo.

Sbaglia chi di voi alla domanda "cosa dovrei fare per riuscire a piacere di più?" ha subito pensato alla dieta, alla palestra, all'abbigliamento o al taglio di capelli. Silvana afferma a chiare lettere, "non è la bellezza che seduce, ma è quel qualcosa che rende unica la nostra personalità". E il bello è che quel "qualcosa di speciale" c'è proprio in tutti noi, basta imparare a svilupparlo. E non si tratta di un tentativo di consolazione, è proprio così. E se il nostro fascino non ha nessun effetto sugli altri? Significa semplicemente che non ci crediamo abbastanza, che la nostra attenzione si concentra più sui nostri difetti che sui nostri pregi, che siamo eccessivamente autocritiche e che non ci vogliamo abbastanza bene. Vogliamo forse negare l'importanza della bellezza? "No, la bellezza esteriore può essere un buon punto di partenza per suscitare la curiosità degli alt ri ad avvicinarci, ma non vale niente se tutto il resto non comunica qualcosa di positivo", dice Silvana. "La bellezza ha ben poco a che fare con la capacità di sedurre".

"Vi sarà certamente capitato di incontrare almeno una 'strana coppia', che ad un occhio esterno potrebbe sembrare malassortita: lei alta, magra e bellissima, e lui... Beh diciamo poco attraente nel complesso... Evidentemente lui ha delle armi di seduzione che a prima vista noi non percepiamo, ma che hanno conquistato la donna che gli cammina a fianco. Non dimentichiamo che in quasi tutti i sondaggi le donne affermano di ricercare nell'uomo come prima qualità l'ironia, e gli uomini nella donna la dolcezza", afferma Patrizia.

Questione di energia

"È tutta una questione di energia", continua Silvana, "ciò che impedisce a molte persone di sfruttare a pieno la propria capacità seduttiva è il fatto che si focalizzano sui propri lati negativi, del carattere e del fisico. L'energia che loro mettono in circolo in questo modo è un'energia di autocritica, che depotenzia".

"Paradossalmente", si inserisce Patrizia, "finiamo col rendere più evidente ciò che più vorremmo nascondere. La forza dell'energia è incredibile". A questo punto Patrizia ci invita a compiere un piccolo esperimento, ci invita a chiudere gli occhi e poi ci dice "non vedete i gatti!". Improvvisamente, mentre prima ad occhi chiusi non vedevamo assolutamente nulla, all'invito di non vedere i gatti, quei gatti sono immediatamente apparsi. Perché? Perché attraverso il pensiero abbiamo dato energia a quell'immagine, materializzandola nella nostra mente.

Cambio di prospettiva

Quali sono dunque i passi per conquistare il controllo della propria capacità seduttiva? "Essenzialmente si tratta di attraversare due fasi, che spesso avvengono in contemporanea, una serve a togliere tutti i nostri blocchi e l'altra ad acquisire la consapevolezza delle nostre qualità e a cominciare a trasformare l'energia negativa dell'autocritica in quella vitale che alimenta i centri energetici positivi, quelli appunto della seduzione". Partiamo mettendo in chiaro quali sono i nemici della seduzione, si tratta di "voci interiori" che ci sottopongono a un controllo costante che bloccano le nostre relazioni e i comportamenti più spontanei, indirizzandoli secondo rigorosi schemi: il critico interiore, che annulla qualsiasi fiducia in noi stessi; il perfezionista, che pretende sempre il massimo, mettendoci in uno stato di perenne controllo che blocca lo scorrere libero dell'energia; il patriarca, che per le donne è legato all'idea di sottomissione, e che spesso impedisce loro di vivere liberamente la propria sensualità. Io non sono capace di..., Io non merito di..., Io non ho diritto a..., ogniqualvolta il nostro pensiero rispetto ad un argomento si formula partendo da questi presupposti, siamo di fronte a una "zavorra", "la potenza negativa data da questo tipo di approccio è devastante", dice Patrizia.

Parole d'oro

Qualunque sia il risultato che si vuole ottenere, bisogna agire per raggiungerlo. L'errore è stare fermi, non fare nulla per cambiare. Lavorare su se stessi produce dei cambiamenti concreti visibili anche esternamente. Tutti noi abbiamo un potenziale straordinario, gli unici limiti che abbiamo sono quelli che crediamo di avere. È necessario in questi casi un cambio di rotta, "capita spesso che le persone che prendono parte ai nostri seminari si scoprono delle totalmente diverse da quello che pensavano, e di conseguenza si imponevano, di essere", racconta Silvana. "Per farvi capire con una metafora, siamo come un grande mosaico, ma ognuno di noi conosce solo pochi tasselli del proprio, quando, attraverso varie tecniche, riusciamo a scoprire anche tutti gli altri, finalmente vediamo chi siamo veramente, tutte le nostre potenzialità prima ignorate. Capite ora quanto di buono abbiamo dentro? E noi, perse a osservare la ruga, il centimetro in più, a giudicarci e ad autocondannarci di continuo, lo perdiamo di vista".

Per capire se stessi

Primo passo per capire in quale direzione è necessario agire, quali sono i blocchi da abbattere e quali le basi su cui costruire una diversa consapevolezza di sé, è necessario capire "chi ci crediamo di essere", vale a dire l'idea (il più delle volte sbagliata) che abbiamo di noi stessi. Queste le domande che Patrizia suggerisce di rivolgere a se stessi: Come mi relaziono con il mondo (apertura o chiusura)? Quali limiti mi do? Cosa è davvero importante per me (spesso anteponiamo i desideri e le esigenze degli altri alle nostre)? Quali sono le mie credenze e le mie abitudini (parliamo di schemi e comportamenti che siamo abituati a ripetere perché li abbiamo acquisiti,dalla nostra comunità di appartenenza, dalla nostra famiglia. Si tratta di schemi che non sempre consideriamo positivi, ma che semplicemente non abbiamo mai messo in discussione)? Dopo aver individuato l'immagine che abbiamo di noi stessi, comincia il vero viaggio alla scoperta di sé, comincia il lavoro di costruzione positiva, che poggia sui nostri punti di forza.

Barbara Dalla Libera


Come un regista dirige i personaggi di un film, chi dorme dopo aver appreso le tecniche del "sogno lucido" può dirigere i protagonisti del sogno, farli agire o cambiarli per risolvere problemi che durante la veglia appaiono di difficile o impossibile soluzione. Con l'aiuto di tecniche di meditazione la persona che sogna riesce infatti a riconoscere i suoi diversi sé, cioé le parti interiori che rivelano pensieri e paure, affrontarli per poi superarli.

Gli stessi risultati si possono raggiungere con il "sogno guidato", tramite una esplorazione della propria realtà onirica che avviene da svegli. Un metodo che si serve di tecniche di immaginazione creativa per "riprogrammare" in modo positivo il proprio comportamento. Con il "sogno guidato" si visualizzano immagini-simbolo (ci si identifica in un fiore che sboccia o in altre situazioni emblematiche) per attivare capacità di trasformazione che aiutano a raggiungere gli obiettivi personali.

Seminario di Sogno Guidato condotto da Silvana Borile.


Corsi di "Voice Dialogue" per aumentare la fiducia in se stessi e sedurre

MILANO - La seduzione è un'arte antica quanto le origini del mondo. Sin dall'antico Egitto e dai tempi dei Sumeri circolavano veri e propri manuali di seduzione con parti ardite in cui si spiegava come soddisfare il proprio partner. La seduzione, però, va intesa non solo nel senso erotico del termine, ma anche come capacità di attrazione per migliorare il dialogo con gli altri. In tutti i settori della vita. Per imparare a sedurre con la sola voce, a parlare in modo accattivante non esistono solo libri ed esperti, m a anche corsi di Voice Dialogue, un affascinante metodo di esplorazione del proprio mondo interiore creato negli Usa negli anni '70 da Hal e Sidra Stone, coppia di psicologi di formazione junghiana che ne hanno fatto uno strumento originale di autoconoscenza, percorso ulteriore e comprensione dei rapporti.

Il Voice Dialogue oggi viene proposto dai corsi della counselor Silvana Borile, autrice del libro "Pilotare e interpretare i sogni" (De Vecchi Editore). "Il Dialogo parte dal presupposto che ognuno di noi è costituito da sub-personalità, o energie" spiega la Borile "ognuno di questi sé si manifesta attraverso desideri, tendenze, bisogni e riflessi visibili sul piano fisico. Con alcune di queste parti, definite sé primari, ci identifichiamo totalmente e sono loro a farci agire. Ma se vengono sepolti nella nostra psiche, saboteranno la nostra vita, con sogni, incubi, malattie, rapporti malsani. E i sé primari, nati per proteggerci e farci accettare dagli altri, diventeranno una prigione che ci rinchiuderà in una personalità limitata, impedendoci di esprimere le nostre potenzialità".

Le sedute di Dialogo delle Voci sono rivolte a coloro che sentono di avere quello strano mal di vivere, tipico dei tempi moderni. "Il primo passo del lavoro è la separazione dai nostri sé primari per raggiungere uno stato di essere neutrale che può aiutarci a compiere scelte più libere", dice la Borile. Il risultato di questo percorso interiore ci porta anche ad avere un timbro di voce con un potenziale di seduzione altissimo che nasce dalla capacità di rilassarsi, respirare profondamente, ma sopratutto dalla consapevolezza di piacersi, amarsi, avere fiducia in se stessi.

"Il Dialogo delle Voci è uno strumento di crescita personale, un processo di consapevolezza e, una volta integrato nella nostra vita, un grande aiuto nella gestione sana dei nostri rapporti" continua la Borile. La sensualità, perciò, è indipendente dalla bellezza e dalla sessualità; gli Stone l'avevano definita l'energia di Afrodite, dea dell'antica Grecia, che si manifesta negli uomini e nelle donne, coinvolgendo tutto il corpo, un'onda energetica in grado di creare la connessione con gli altri. E sono soprattutto professionisti, manager, dj, fanatici del benessere, ma anche casalinghe e studenti a rivolgersi alla scuola di seduzione.

Delfina Serra di Falco


Tutto si può apprendere, anche le armi della "conquista": basta un po' di buona volontà e fiducia in se stessi. Un percorso utile per chi cerca un partner o vuole migliorare la sua vita di coppia.

La seduzione è un'arte e per esercitarla occorre essere dotati di quel sottile fluido magnetico che poco ha a che vedere con la bellezza, ma che attira gli altri come fa il miele con le api: il fascino, una caratteristica solo in parte innata, che si può affinare o acquisire con uno sforzo davvero minimo, soprattutto se paragonato a quanto può fruttare in termini di consensi e di successo nella vita di relazione. Ma come si fa a conquistare una simile arma vincente? Da qualche tempo anche andando a scuola, dove insegnanti con una voce modulata su sensualissimi toni, rigorosamente bassi, impartiscono lezioni decisamente singolari. Vediamo i punti salienti che vengono affrontati in alcuni seminali, tenendo presente che i corsi aiutano a diventare più interessanti non solo agli occhi di persone dell'altro sesso, ma di tutti coloro con cui si viene a contatto, colleghi e collaboratori compresi.

COME SI DIVENTA AFFASCINANTI

I seminari di seduzione servono ad acquisire alcuni concetti di base, sui quali poi sviluppare le proprie potenzialità in relazione al fascino che, si presuppone, tutti possiedono ma pochi sanno esprimere e, quindi, utilizzare al meglio.

Si comincia dalla teoria

I corsi aiutano a tirare fuori il fluido che rende irresistibili agli occhi del prossimo. Il primo approccio prevede l'esposizione di una teoria assolutamente condivisibile: si può essere estremamente seduttivi anche senza essere belli in senso tradizionale e, viceversa, si può risultare noiosi, scialbi e per nulla interessanti anche se la natura è stata generosa in relazione all'aspetto fisico. Gli esempi in tal senso non mancano certo, soprattutto nell'universo privilegiato delle star del cinema: basta pensare a Dustin Hoffman, basso e bruttino a prima vista, eppure sex simbol per milioni di donne.

Poi si passa all'azione

Dopodiché, si passa alla seconda idea cardine su cui gli insegnanti puntano per raggiungere l'obiettivo: la sensualità, intesa come corrente magnetica in grado di risvegliare i sensi e le emozioni altrui, può di sicuro essere sop ita, ma mai del tutto assente. Non resta quindi che scovarla, per poi darle tutto lo spazio possibile.

I sette punti chiave

Dopo le premesse mirate a far sviluppare in ogni allievo la convinzione di possedere efficaci strumenti di seduzione, si entra nel vivo del seminario. Se la prima tappa consiste nell'indurre i presenti a mettere a fuoco i pregiudizi e le false convinzioni che possono essere di ostacolo alla possibilità di risultare affascinanti, nella seconda tappa vengono fornite alcune indicazioni su come superare i propri limiti, lavorando su se stessi allo scopo di valorizzare le proprie capacità.

Per piacere occorre piacersi

In sintesi, si lavora sul fronte dell'autostima, senza la quale è molto difficile risultare seducenti, perché una cosa è certa: per piacere agli altri è d'obbligo innanzitutto piacere a se stessi. Poi l'insegnante spiega nel dettaglio i "magnifici sette della seduzione", invitando a comprenderne il significato profondo per poi usarli senza parsimonia. Vediamoli.

IL SORRISO

È il primo strumento per risultare attraenti. Chi sorride dimostra una disponibilità interiore che suggerisce agli interlocutori di aprirsi, di fidarsi, di abbassare quelle difese psicologiche, che molto spesso sono di ostacolo all'innamoramento.

LA RISATA

Se il sorriso intriga, la risata franca coinvolge e migliora iI tono dell'umore anche del più cupo degli interlocutori. Ridere fa bene allo spirito e questo benessere interiore si riflette all'esterno trasformandosi in un'arma di seduzione.

LO SGUARDO

Intenso, diretto, mai ammiccante: così lo sguardo diventa espressione forte ed eloquente di quella carica di energia aperta che è la sensualità.

LA VOCE

A scuola si apprende che esistono tre tipi di voce. Il primo, detto "di gola", trasmette sensazioni spiacevoli, perché suggerisce di trovarsi di fronte a una persona irritabile e ansiosa; il secondo, "di petto" può esprimere aggressività per cui può risultare respingente; il terzo tipo è quello che vince sotto il profilo della seduzione. È la "voce di pancia", bassa, profonda e sensuale, in grado di far vibrare l'emotività di chi sta di fronte ed è questa che bisognerebbe usare in ogni circostanza per avere successo e, quindi, non solo sul piano sentimentale.

IL RESPIRO

Inspirare lentamente dal naso ed espirare piano dalla bocca fino a rilassarsi profondamente, entrando in contatto con la propria essenza. È questo uno degli esercizi che viene proposto durante il seminario. Un esercizio da ripetere molte volte per acquisire un maggiore controllo di se stesse e più consapevolezza del proprio valore. La respirazione lenta e profonda aiuta a sviluppare carisma e magnetismo.

L'ASCOLTO

Dote preziosa perché irrinunciabile base dell'empatia, cioè della capacità di entrare in sintonia con gli altri, creando una corrente di simpatia che rende irresistibili, va coltivata il più possibile. Saper ascoltare significa interessarsi davvero di quanto gli altri dicono, vuoi dire non interrompere a casaccio per inserire con prepotenza le proprie parole tra le parole altrui, ma dare vita a conversazioni che possono trasformarsi da semplice scambio di informazioni a momenti di grande intensità emotiva.

LA DANZA

Con i suoi movimenti ritmici dettati dalla musica, si pone come un mezzo per risvegliare l'energia interiore ed entrare in contatto con la propria sensualità. Durante i corsi di seduzione si danza, ascoltando il proprio corpo ed esercitando lo sguardo a trasmettere le sensazioni che si avvertono passo dopo passo, gesto dopo gesto. Momenti di grande impatto emotivo, durante i quali ci si può sentire finalmente liberi e ci si può scoprire sensuali, attraenti, vincenti.

GLI ESERCIZI DI "MEDITAZIONE CREATIVA"

Un altro punto focale dei seminari è rappresentato dagli esercizi di meditazione creativa, durante i quali gli allievi sono invitati a entrare in contatto con entrambe le parti di sé: quella maschile e quella femminile.

Va lasciata libera la fantasia

L'obiettivo si raggiunge grazie alla visualizzazione, che da spazio alla fantasia lasciandola libera di creare immagini utili per scoprire gli aspetti interiori ancora sconosciuti. In questo gioco curioso si può assaporare L' "energia afroditica". Si tratta di una carica di vitalità in grado di regalare sensualità e magnetismo, favorendo la possibilità di piacersi che è irrinunciabile ai fini della seduzione.

Lezioni non solo per single

I seminari di seduzione sono frequentati da ogni genere di persone. Ovviamente ci sono i single che desiderano porre fine alla loro condizione e, quindi, sentono la necessità di "affilare le armi" per poi potersi muovere meglio sul terreno della conquista, ma ci sono anche gli "accasati", mossi dall'intento di compiere un passo avanti nell'evoluzione personale. Non sfugge a nessuno, infatti, che acquisire maggiore fascino significa andare incontro a un miglioramento in ogni ambito della vita.

INFORMAZIONI UTILI

I seminari di seduzione in genere iniziano e si concludono nell'arco di un fine settimana. Il costo parte da un minimo di 100 euro, ma può variare molto in base al luogo scelto per il seminario. Spesso, infatti, i corsi vengono organizzati in agriturismo o alberghi situati in località in grado di favorire la meditazione. A chi rivolgersi per seguire un corso di seduzione? Non esistono scuole vere e proprie, ma navigando su internet (la ricerca può essere fatta digitando come parole chiave "scuola di seduzione" oppure "corsi di formazione") è possibile trovare una serie di proposte che, comunque, è sempre bene vagliare con attenzione per valutarne la serietà. Spesso, inoltre, quando viene organizzato un seminario vengono anche distribuiti volantini informativi nella zona sede del corso.

Servizio di Laura de Laurentiis. Con la consulenza di Silvana Borile, counselor e facilitatrice del Voice Dialogue.


...ma si diventa, secondo gli esperti, attraverso l'interiorizzazione di poche regole fondamentali. Se punti ai massimi risultati, c'è anche un corso per potenziare "l'energia di Afrodite". Wow!

Imparare a sedurre attraverso "l'energia di Afrodite": è così che i noti psicoterapeuti americani Hal e Sidra Stone chiamano la sensualità. "Questa energia è in grado di creare una vibrazione tra uomini e donne, attraendo gli uni alle altre", spiega la bioterapista Silvana Borile, che in un week-end insegna le tecniche per sviluppare l'energia sensuale. Ma per sedurre bisogna potenziare anche altri aspetti della personalità: ecco le regole d'oro consigliate dall'esperta.

  1. SORRIDI. Il potere seduttivo del sorriso è profondo, ancestrale (è il primo mezzo che il neonato utilizza per comunicare). Se lo usi mentre stai con lei significa: "Sono contento, mi piace stare con te".
  2. RILASSATI PROFONDAMENTE. Alcuni esercizi di respiro smuovono e potenziano l'energia afroditica: mattina e sera, sdraiato sul letto, respira per qualche minuto, sollevando contemporaneamente petto e pancia. Fallo anche prima di ogni incontro con lei, seduto in auto o alla scrivania.
  3. CREATI "L'OCCHIATA ASSASSINA". È attraverso lo sguardo che passiamo la nostra energia afroditica agli altri. Ed è attraverso il respiro che muoviamo la nostra energia. Se vuoi impressionarla: fissala con intensità mentre respiri con il petto e l'addome, convoglierai tutta la tua passione negli occhi e lei lo percepirà.
  4. ASCOLTALA. Se lei ti parla di quello che ha fatto in ufficio, o del suo libro preferito, prestale attenzione e, la volta successiva, chiedile altre notizie: lei si sentirà accolta.
  5. FALLE UN COMPLIMENTO SINCERO. Allerta i tuoi sensi per capire che cosa ti colpisce di più in lei quando la vedi arrivare. Poi diglielo senza vergogna: lei capirà che il complimento nasce dal cuore.
  6. TOCCALA. Mentre le racconti di te, sottolinea le cose più importanti toccandole una spalla o stringendole un braccio: le arriveranno anche le tue emozioni.
  7. FAI IL FIDUCIOSO. Le donne sono attratte dall'uomo che ha fiducia in se stesso. Quindi, usa il linguaggio del corpo: braccia aperte e gambe divaricate, sguardo dritto e penetrante, sorriso pronto.
  8. SVILUPPA IL TUO LATO FEMMINILE. Cioè la capacità di provare emozioni... l'importante è dirle ciò che provi.
  9. PARLALE DEI TUOI PROBLEMI. Uno dei segreti della seduzione è mettersi sulla stessa onda di chi vuoi conquistare. E poiché le donne amano parlare dei propri problemi... chiedile il suo parere su una questione importante, confrontati con lei.
  10. SCEGLI IL LOOK GIUSTO. Prima di un appuntamento con lei, mettiti di fronte all'armadio e "ascolta" il tuo istinto: il primo abito che ti viene in mente è quello che devi indossare. In questo modo ti sentirai perfettamente a tuo agio.

Milo Babcock


La psicologia dei sé

Il Voice Dialogue, "Dialogo delle voci", è un sistema creato negli anni Settanta dai californiani Hal e Sidra Stone, una coppia di medici e psicoterapeuti di formazione junghiana. È un affascinante e pratico metodo di conoscenza dei propri aspetti interiori: quelli definiti i sé primari (il Protettore - Controllore, il Critico, l'Attivista, il Perfezionista, il Gentile) che costituiscono la nostra personalità e quelli definiti i sé rinnegati (il Bambino vulnerabile, i sé istintuali,) che possono agire da sabotatori. I sé primari si strutturano dalla prima infanzia, per farci accettare e amare: si adoperano affinché noi seguiamo le regole della famiglia, così non saremo sgridati e compiaceremo i nostri genitori, e le regole della società, cui aderiamo per non esserne esclusi. Tutto ciò determina la rimozione di tutte quelle parti ritenute pericolose o non funzionali dall'equipe dei sé primari, ossia l'Ego operativo. Negli anni però questo meccanismo dimostra di non funzionare così bene; prova ne sono i nostri insuccessi nei vari campi: affettivo, professionale, economico e di salute. Tenendo rinnegate e quindi inutilizzate molte parti di noi, non solo sabotiamo i nostri progetti e desideri, ma rinunciamo a molte capacità e possibilità di soluzioni.

Il Voice Dialogue ci dà la possibilità di incontrare queste parti, scoprendo ciò che è primario in noi e ciò che è rinnegato. Il lavoro può essere sia individuale sia di gruppo; ci aiuta a toccare con mano quello che veramente siamo, prendendo coscienza dei diversi schemi di energia e di pensiero dei vari sé: ogni sé è come una personalità a se stante che può pensare in modo esattamente opposto a un'altra parte di noi. Da qui l'incertezza, l'incapacità di decidere, i blocchi, la confusione. Per avere la percezione di come funzionano questi schemi d'energia (i sé) e come ci influenzano, vi invito a sperimentare il vostro sé Attivista: fate attenzione a come vi sentite in questo momento (il corpo, il respiro, lo stato d'animo...); ora fate una lista mentale delle cose che dovete fare: in casa, per il/la consorte, i figli, i genitori, il lavoro, che cosa dovete comperare, a chi dovete telefonare... e osservate il cambiamento fisico e psicologico che ne deriva. Forse sentite tensione alle spalle, o pressione al petto, o mal di testa, o sudorazione, o ansia, o agitazione. Questo è un assaggio di ciò che accade in noi quando il nostro sé attivista prende le redini della nostra vita. Il Voice Dialogue aiuta a scoprire i vari sé, a conoscerli e a favorire lo sviluppo di un Ego consapevole che sappia gestire con equilibrio il suo patrimonio e che ci faccia essere alla guida della nostra vita, con la destinazione decisa da noi, con l'aiuto dei sé adatti allo scopo.

Silvana Borile